A Radio Marte nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto il professor Matteo Bassetti, Direttore Clinica malattie infettive San Martino di Genova
“Coppa d’Africa e COVID-19? I giocatori sono una di quelle categorie che andava vaccinata per obbligo. Il giocatore può andare a disputare le competizioni dove vuole, purché vaccinato. Non sapendo la stato di protezione dei calciatori evidentemente si possono mettere in difficoltà. Ovviamente al ritorno, se non sono vaccinati, devono fare la quarantena, altrimenti un tampone molecolare. Alternative? Non credo che oggi si possa dire chiudiamo ai calciatori che vanno a disputare la coppa, magari si poteva rendere il vaccino fortemente raccomandato o persino obbligatorio. Il calciatore più di altri ha bisogno della vaccinazione. Chi fa il calciatore si muove tanto, per lui più che per altri la copertura vaccinata è molto utile.
Variante Omicron? Il Sudafrica ha fatto -91% di ricoveri in ospedale rispetto a 2 settimane fa. Da un punto di visto dell’aggressività è meno aggressiva della Delta, darebbe una forma di bronchite più che di polmonite. Sicuramente dev’essere tenuta controllata per la contagiosità ma per quanto concerne le forme cliniche gravi non sembra avere la stessa aggressività della variante Delta. Occorre difendersi ma senza allarmismo e terrorismo. In Inghilterra è morta una persona di Omicron ma era un negazionista, bisogna fare comunicazione corretta.
La situazione attuale non mi preoccupa, contagiarsi non vuol dire ammalarsi, ricoverarsi o morire. Magari qualcuno ha solo il raffreddore. Vediamo come evolve ma dobbiamo differenziare il numero di contagi dal numero di ricoveri altrimenti si prendono cantonate. Ne usciremo? Certo, con questo giro di autunno-inverno finiranno di contagiarsi moltissimi non vaccinati, bisognerà sperare che non abbiano conseguenze gravi. Poi arriveremo a un’immunità con un virus depotenziato, potenzialmente già in primavera-estate, vediamo. Sicuramente delle ospedalizzazioni dei non vaccinati ne avremmo fatto a meno. Però 6 milioni e mezzo di persone hanno preferito lasciare il loro corpo in questo stato”.