La storia di una promessa: presentato il libro su Carmelo Imbriani, tra commozione e ricordi indelebili
“La storia di una promessa” è il libro su Carmelo Imbriani, ex calciatore di Benevento e Napoli, presentato a Palazzo Mosti, presso la sala consiliare del comune di Benevento. Circa 300 pagine dove l’autore, Gianpaolo, fratello di Carmelo, ripercorre un viaggio che inizia dalla scoperta della malattia e continua con la prematura scomparsa di Carmelo, fino ad arrivare ai lunghissimi viaggi che Gianpaolo ha effettuato nel mondo per diffondere la storia legata sia all’uomo che al calciatore Carmelo. 374.970 i km percorsi da Gianpaolo per un totale di ben 107 paesi. Il libro è presente sulla piattaforma Amazon in formato ebook e cartaceo.
Un libro nel quale sono racchiusi tanti episodi, aneddoti e racconti che bisogna assolutamente leggere. Sicuramente, aiuterà a capire molti aspetti e valori che spesso dimentichiamo. Alla presentazione c’erano il consigliere delegato allo sport, Vincenzo Lauro, gli ex compagni di squadra Pino Taglialatela e Piergraziano Gori, il presidente del Benevento Calcio, Oreste Vigorito, e il sindaco Clemente Mastella. Durante la conferenza stampa moderata dal collega Luigi Trusio, ci sono stati momenti e testimonianze molto toccanti.
“Era da un po’ di tempo che non vedevo la famiglia di Carmelo – afferma l’ex portiere del Napoli, Pino Taglialatela – ma è stata una mia scelta, visto che considero Carmelo un fratello. La sua famiglia è la mia. In un momento particolare della mia carriera, i suoi genitori mi hanno accolto come un figlio. Ho vissuto con loro momenti bellissimi. Sono persone splendide. Carmelo lo conosco da tanti anni. Quando arrivò a Napoli era un ragazzino. Ti accorgi subito che tipo persona era. Un ragazzo educato e rispettoso di tutti. E’ cresciuto nel settore giovanile del Napoli. Tutti gli volevano bene. Ha esordito in quel Napoli dove io ero il capitano. Ricordo la partita contro l’Inter e di quando segnò davanti a 80000 persone. Vincemmo 2-1 e fu una gioia immensa”.
“Nel momento in cui ebbi un problema al ginocchio, il calcio si dimenticò di me. Carmelo – continua Pino – mi fece venire a giocare a Benevento, ospitandomi a casa dei suoi genitori. La sera facevamo chiacchierate interminabili, giocavamo a carte. Tutte cose genuine. Con il fratello Gianpaolo ci sentiamo ogni tanto. Ha fatto un percorso pazzesco, con una forza interiore incredibile. Ogni volta che si parla di Carmelo sto male perchè è una ferita sempre aperta. Non riesco a capacitarmi. Nel momento in cui andrò a casa sua e vedrò che non c’è più, (Pino si commuove ndr) starò ancora peggio. Ho perso un fratello, ma vivrà sempre in me. Era uno che non prendeva, ma dava”.
Toccante anche il grande ricordo del presidente Oreste Vigorito: “Con Gianpaolo condivido il fatto che entrambi abbiamo perso un fratello. Quando presentarono il murales dedicato a Carmelo, dissi che preferivo tenere nel cuore le persone che amavo, piuttosto che esibire agli altri quello che pensavo. Devo chiedere scusa a Gianpaolo perchè non pensavo che fosse giusto esternare il proprio dolore. Certe iniziative le vedevo inutili, ma quello che ha fatto Gianpaolo è un gesto meraviglioso, che continua a far vivere suo fratello. Donare amore è un compito che non tutti sanno fare. Gianpaolo ha vinto la battaglia dell’amore, quell’amore che viene da una famiglia di sani valori come la sua. Quel ramo che si è staccato è rimasto in famiglia, tra il bagliore di un camino e una partita a carte”.
“Sono stato, probabilmente, la prima persona alla quale Carmelo ha confessato che qualcosa non andava. Aveva un raffreddore e un dolore al collo. Gli dissi di andare a casa e non preoccuparsi del fatto che fosse in ritiro con la squadra. Poi conobbi la mamma, io ero seduto accanto a Carmelo. Lui era in un letto di ospedale e siamo stati mano nella mano per una decina di minuti. Io gli dicevo: “Fai presto perchè, tanto per cambiare, stiamo perdendo”. Preferisco ricordarlo così. Essere qui è un onore e vorrei aggiungere che non so cosa potrà fare il Benevento calcio, ma saremo al suo fianco e vorrei prenotare un numero di libri pari a quello di tutto il settore giovanile. E’ giusto che ogni ragazzo possa leggere la storia di uomini veri”.
Breve ma sentito l’intervento dell’ ex compagno di squadra Gori: “Il ricordo più bello era il suo sorriso anche nei momenti più difficili. Riusciva a trasmettere serenità ai giovani ed è sempre stato una guida sia in campo che fuori”.
Il sindaco Mastella, nel ringraziare tutti coloro che sono intervenuti, sottolinea la difficoltà nel ricordare momenti particolari legati a Carmelo. “I giovani devono ricordare che nella vita è importante vivere secondo alcuni valori di fondo, così come può essere quello della famiglia. Non bisogna a tutti i costi avere successo”.
Gianpaolo Imbriani parla con grande fatica. Il ricordo di Carmelo è sempre forte, presente. “Ringrazio tutti coloro che mi daranno una mano nel diffondere questo libro per far conoscere la storia di Carmelo. Sono felicissimo di vedere due amici come Gori e Taglialatela, che per mio fratello hanno rapresentato tanto, e onorato della presenza del presidente Vigorito. Avevo bisogno e sentivo l’esigenza di fare questo libro. Inizialmente, nonostante fossi in una stanza, viaggiavo con la testa. La mia mente nascondeva solo i ricordi e mi sono reso conto che valeva la pena raccontare l’affetto che le persone nutrivano per Carmelo. In molti hanno apprezzato l’uomo. Sono convinto che Carmelo, nonostante non abbia potuto farlo fisicamente, trasmetterà certi valori anche ai suoi figli. Grazie al presidente Vigorito può vantare un campo di calcio dedicato a lui. Un altro campo è presente in Africa, grazie all’aiuto delle persone che hanno collaborato. Mi auguro di realizzarne altri in cinque diversi continenti. Spero che anche questo libro possa contribuire a darmi una mano. Nel libro parlo del mio lungo percorso di questi anni, dei vari autostop che facevo, degli adesivi che regalavo alle persone che mostravano la loro disponibilità nei miei confronti. La stessa cosa la facevo con quelle famiglie che mi ospitavano la notte per dormire. Sono delle piccole tracce che mi permetteranno di realizzare quella promessa che feci a mio fratello in un letto di ospedale”.