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Gli interventi di Antonio Floro Flores, Luigi Pavarese e Giovanni Cobolli Gigli a “1 Football Club”

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Antonio Floro Flores, allenatore della Frattese ed ex calciatore, fra le tante, di Napoli e Sassuolo. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione ilsognonelcuore.com.

Il Napoli gioca meglio con Mertens in campo che con Osimhen. Alla fine è sempre Ciro a condurre la nave in porto

“Il Sassuolo visto contro il Milan gioca molto bene a calcio, la partita per gli azzurri nasconderà parecchie insidie. Ai miei calciatori dico sempre che il calcio è divertimento, ovvio che ci sono le pressioni, ma per giocare bene bisogna scendere in campo con gioia, come fatto dagli azzurri contro la Lazio. Quando c’è armonia ti diverti anche a fare due passaggi, riesci a giocare in maniera molto più veloce. Questo Napoli è ancora più bello di quello di Sarri perché ho visto tanta armonia, addirittura Lobotka ha giocato a calcio come pochi, Mertens e Zielinski si sono espressi ai propri livelli e sono stati devastanti. Credo che Spalletti sia stato molto felice nel vedere i suoi ragazzi così in armonia, gli hanno regalato uno spettacolo vero e proprio, e questo è merito suo. Per carità, Osimhen manca, ma alla fine è sempre Dries a portare la nave in porto. Credo che con Victor non si potrà giocare così bene: ‘Ciro’ aumenta il livello tecnico, inoltre ama la maglia e la città, è un simbolo importante e grazie ai suoi oltre 140 gol ha fatto la fortuna del club e degli allenatori che sono passati negli anni. Nonostante abbia subito critiche nell’ultimo anno è sempre stato zitto, ed appena ha avuto l’occasione di star bene ha dimostrato il suo valore sul campo. È un leader silenzioso. Il 4-0 inflitto dagli azzurri ai biancocelesti è tutto merito dei padroni di casa, hanno fatto una gara straordinaria impedendo agli ospiti di giocare a calcio, nonostante questi fossero allenati da un grandissimo qual è mister Sarri. Contro il Sassuolo Demme o Lobotka? Confermerei lo slovacco, si è meritato il posto sul campo facendo una gran prestazione la scorsa domenica”.

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Luigi Pavarese, ex direttore sportivo del Napoli. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione ilsognonelcuore.com.

Oggi tutti esaltano Mertens dopo che per un anno ha subito critiche. Insigne? Fa bene a stare in silenzio, la società dovrebbe fare lo stesso

“Il Napoli gioca meglio con Mertens? Il bello del calcio è che possiamo tutti parlare, siamo milioni di commissari tecnici. Fino a mercoledì, dopo la sconfitta in Russia, tutti ce l’avevano con Lobotka e Mertens, nonostante il belga avesse già cambiato la partita col suo ingresso in campo contro l’Inter. Dries ha fatto la storia del Napoli, e l’intento sia di Gattuso prima che di Spalletti poi era ed è quello di farli coesistere. Poi, un po’ per gli infortuni di Ciro ed un po’ per l’esplosione di Osimhen, il ragazzo è stato accantonato. Gli infortuni del nigeriano e di Anguissa in contemporanea hanno solo accelerato l’idea di Spalletti di lanciare il recordman in campo dal primo minuto. La partita contro la Lazio fa storia a sé: l’eccezionalità e bellezza della serata, con quell’alone di tristezza mista a magia, ha dato qualcosa in più ai nostri ragazzi. Poi ci sono state le intuizioni tattiche di Spalletti che hanno fatto il resto. Io in primis mi aspettavo qualche difficoltà, ma sono stato subito smentito: il Napoli è stato determinato fin dall’inizio e ha sempre messo tatticamente e fisicamente in difficoltà i biancocelesti, che sono stati costretti ad essere la brutta copia di ciò che sono. Il Napoli ha fame di vittoria e questo è un quid in più rispetto a tutte le altre di Serie A. Luciano, poi, è bravissimo a fare da pompiere: smonta i disfattisti e spegne i facili entusiasmi. L’Inter non ci ha regalato minuti, siamo stati noi a crescere durante il match. Nessuno mette in evidenza questo, così come nessuno sottolinea che in Russia abbiamo subito un rigore contro al primo minuto. Le prossime tre gare degli azzurri saranno contro le tre squadre che corrono di più: Sassuolo, Atalanta ed Empoli. Dopo questo capitolo, capiremo quanto è giusto sognare lo Scudetto. Per me, la gara della svolta è stata la vittoria nel derby contro la Salernitana. Insigne? Lasciamo lavorare in pace Pisacane e la società. Credo che entrambe le parti farebbero bene a stare in silenzio, come sta già facendo il capitano ed il suo entourage. Nonostante un periodo di forma fisica non al top, che comunque è uguale per tutti quelli che hanno fatto l’Europeo, il 24 sta dimostrando di avere qualcosa in più sia tecnicamente che a livello di personalità”.

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Giovanni Cobolli Gigli, ex presidente della Juventus. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione ilsognonelcuore.com.

Plusvalenze fittizie mal comune. Elkann allo Stadium per supportare Andrea Agnelli. Messi Pallone d’Oro? Ho un sospetto

“Serie A? Campionato molto avvincente, ci sono squadre che dimostrano di meritare di essere leader. Prima di tutto il Napoli: contro la Lazio è stata giocata una gara perfetta. Tutte le altre hanno alti e bassi, ma c’è un po’ il vizio di criticare troppo ferocemente le squadre per un solo passo falso. L’Inter è in ripresa, l’Atalanta migliora e la Juventus è sempre più in difficoltà. Società della Juve? Quando vengono fuori delle cose in modo così roboante come il discorso delle plusvalenze, indubbiamente gli organi di comunicazione cavalcano fortemente la notizia. Ora bisognerà vedere cosa succederà tra una settimana o due. Detto questo, le plusvalenze sono sempre esistite: sane o non sane che fossero. Io non posso sapere cosa abbia fatto la Juventus in questo senso, certamente devo dire che l’acquisto di Arthur mi sembra sia avvenuto per un valore troppo alto, stessa cosa per la cessione di Pjanic al Barcellona. Sappiamo che però nel calcio non esiste un metro per valutare scientificamente un calciatore, non è un immobile o una macchina. Il discorso va generalizzato anche ad altre squadre, non soltanto la Juve e non soltanto nel calcio italiano. Agnelli out? Non sono la persona più adatta per dare questo giudizio, non ho nessun rapporto con Elkann e Agnelli. Certamente la presenza di Elkann allo stadio ha voluto dire che è molto vicino ad Andrea Agnelli, ed essendo lui il maggior azionista mi sembra sia stata una presenza molto significativa. Bilanci taroccati? Mi concentrerei su altro: ad esempio i compensi dei procuratori sportivi per me sono indegni, nascondono dietro delle fatturazioni per transazioni che in realtà non esistono. Il nero di bilancio: questo sarebbe fastidioso ma è tutto da dimostrare. Debiti? Si possono anche fare, ma oltre un certo limite diventa sbagliato dal punto di vista concorrenziale. Penso ai proprietari del PSG, che si permettono di comprare calciatori spendendo cifre incredibili. Il PSG – per dirne una –crea una concorrenza poco leale, ci vorrebbero delle regole più ferree. Prima del Covid esistevano delle regole sulla fiscalità delle transazioni, ma sono complesse da far rispettare. In Italia invece ci sono squadre ampiamente competitive solo grazie alla bravura dei dirigenti: faccio il nome dell’Atalanta, guidata benissimo dal suo presidente e da tutto lo staff. Stessa cosa per il Napoli, che è riuscito ad ottenere grossi risultati con una società scarsamente indebitata. Pallone d’Oro? Sarebbe stato più giusto se fosse andato a Lewandowski. Messi è un campione ma l’anno scorso non ha eccelso, mentre l’attaccante del Bayern è impressionante in modo costante. Il sospetto è che sia stato dato all’argentino anche perché ora gioca per i parigini, molto vicini a France Football. Ho trovato uno splendido servizio sul Manchester di Alex Ferguson, dove si evidenziano due fatti: il tecnico non ha mai avuto paura di lanciare i giovani del settore giovanile, e lo stesso mister è stato in panchina per oltre vent’anni. Dalle nostre parti manca proprio questo: fiducia nei giovani e continuità per gli allenatori. Ogni riferimento ad Allegri, Pirlo e Sarri è puramente casuale”.

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