EDITORIALE- Il ricordo che mai avrei voluto avere
Era più o meno quest’ora, scorrevo le varie notizie sul mio smartphone e all’improvviso mi arriva una notifica da una chat WhatsApp che condivido con amici fraterni. “È morto Diego, nun cià faccio manc a scrivere” tuona Edoardo. Io incredulo accendo la TV in cerca di conferme, anzi a dire il vero di smentite, e di lì a pochi minuti purtroppo realizzo che il Re è davvero morto. Ritorno dai miei amici, e l’incredulità è il sentimento che torreggia tra tutti noi: “Davvero?” Chiede Luca, Ed Edoardo conferma raccontando che “l’avvocato Pisani piangeva in diretta”, lacrime che facevano il paio con quelle di Gianluca Di Marzio, che proprio non riusciva a trattenere l’emozione. I minuti scorrono, i miei amici leggono ed attoniti commentano. Sabatino esordisce anch’egli incredulo, sperando nella solita fake news; Alfredo con un laconico “l’ho appena saputo” lascia trasparire tutto il disorientamento che una simile notizia ha portato in tutti noi che Diego l’abbiamo respirato, mentre Massino ci racconta che ” Stanno arrivando condoglianze sentite da amici bergamaschi, toscani e veneti. Condoglianze a me e al popolo napoletano. Incredibile. E ciò la dice lunga sull’entità di questo piccolo grande uomo.” e Vincenzo chiosa scrivendo che “Questo è un colpo pari a una eruzione del Vesuvio”. Amareggiato oltre modo Alessandro, che invita tutti noi a stringere i denti ed andare avanti (struggente nei giorni a venire la sua versione de “la mano de Dios” suonata con l’organo), così come immenso il sentimento d’amore che ha spinto Antonio (troppo giovane per vivere Diego ma tanto tifoso da averlo egualmente assorbito) a portare fuori l’allora stadio San Paolo il suo piccolo figlioletto per commemorare l’addio del Pibe e passare di fatto il suo ricordo alle future generazioni.
È passato un anno, ho voluto ricordare quel triste giorno narrando un piccolo spaccato della mia vita, raccontare quel sentimento di svuotamento che provi quando perdi un caro e cerchi conforto nelle persone che ti sono vicine perché, senza voler essere retorico, per tutti noi Diego era uno di famiglia, il fratello maggiore che con un semplice pallone è riuscito ad essere il riscatto sociale per questo popolo, perché Napoli è sempre stata satura di problemi, dalla mancanza atavica di occupazione al degrado urbano, passando per la delinquenza, ma in quegli anni, quando c’era “Lui”, quel “Nuje tenimm a Maradona” era ciò che in qualche modo dava la forza a questo popolo di lottare, di cambiare l’inerzia delle cose e dei luoghi comuni, perché se il più forte di tutti é qua forse la nostra storia può essere diversa da come la raccontano.
Grazie Diego di averci scelto, di essere stato uno di noi, ma permettimi un velo di rabbia, perché proprio non riesco a perdonarti l’averci lasciato così presto. Ciao Diego 💙