A Radio Marte nel corso della trasmissione “Marte Sport Live” è intervenuto Antonio Corbo, giornalista.
“Spalletti può iniziare a costruire poco o niente ma comunque qualcosa. Anche con Sarri hanno partecipato al ritiro giocatori che poi sarebbero andati via. Si tratta di una necessità, magari si cerca di familiarizzare con giocatori che non conosce ancora bene. Non mi sembra tempo perso.
Vincere risparmiando? Il calcio è stato affossato da una tendenza secondo la quale più si spende e più si vince. In realtà si deve vincere senza sprecare. Lo dimostra l’Inter, che ha vinto lo Scudetto ma deve cercare dei finanziamenti in giro, vendere qualche pezzo pregiato e questo non mi sembra un modello di buona amministrazione. L’Inter ha vinto con i conti che non tornano.
Insigne? La mia linea è di rispetto per l’uomo. Non sono per il neomelodico applicato al calcio: c’è un ottimo giocatore, di assoluto talento, il migliore prodotto dal Napoli in questi anni che si è accreditato anche agli Europei. Ha diritto a scegliere la sua vita ma deve capire come e dove vuole finire la sua brillante carriera. Vuole provare a vincere qualcosa di molto più importante o mettersi in competizione con una Champions League? Ne parli con il suo agente e gli chieda di trovare un posto di certo livello. Oppure decide di rimanere a Napoli e dare un finale molto importante e ambizioso alla sua carriera: in quel caso ne parli con il presidente. In realtà è tutto molto sereno, non bisogna drammatizzare il problema.
Il Napoli per il secondo anno va in Europa League ed è un fallimento. Se Insigne ha voglia di lottare per la Champions League ad altissimi livelli si metterà a trovare una soluzione. Altrimenti resterà per trattare il rinnovo del contratto”.
A Radio Marte nel corso della trasmissione “Marte Sport Live” è intervenuto Massimiliano Gallo, giornalista.
“Il primo ritiro con il nuovo allenatore sarà quello più importante. Ci sono tanti giocatori che lui può valutare e da questo poi impostare anche il mercato. Emerson Palmieri? Ha uno stipendio molto alto per il Napoli. Resto che sia sempre molto importante lo scouting, come ha dimostrato Di Lorenzo, uno degli acquisti più indovinati da parte del Napoli in questi anni. Non sempre bisogna andare a prendere il grande nome o presunto tale. Servirebbero un paio di operazioni alla Di Lorenzo per la fascia sinistra e per il centrocampo, zona in cui serve un innesto di qualità e quantità. Gaetano? Alla Cremonese ha fatto bene, dipende da come lo vede Spalletti. Giusto puntare sui giovani però se ci punti poi devono giocare. Non credo che sia il tipo di giocatore che serve al Napoli, servirebbe uno con più dinamismo. Spalletti ha grande occhio, sa allenare sia i grandi calciatori che quelli più giovani. In questo momento storico è l’uomo giusto per il Napoli. Lui ha introdotto per primo 15 anni il 4-2-3-1 in Italia, a noi però mancano i De Rossi e i Pizarro. Secondo me sarà l’anno dell’esplosione di Osimhen, con Spalletti gli attaccanti hanno sempre segnato tanto. Speriamo Mertens possa dare qualcosa in più. Maglie? L’intenzione di De Laurentiis è lodevole ed è una bella sfida ma il colpo d’immagine è brutta. La maglia dell’anno scorso con le toppe sullo sponsor farà il giro del mondo. Speriamo che l’operazione possa dare i suoi frutti”.
A Radio Marte nel corso della trasmissione “Marte Sport Live” è intervenuto Francesco Marolda, giornalista.
“Ritiro? Mancano i Nazionali e anche due infortunati come Mertens e Lozano che poi dovranno essere valutati con precisione. Un peccato perché questa prima parte di ritiro è già importante per la condizione. Serie A? Temevo un campionato di sorprese, con la carenza di danari e il mercato un po’ al risparmio. Invece il nome degli allenatori è un valore aggiunto, può dare tanto sia ai club che al campionato. La vittoria della Nazionale può essere un punto di ripartenza per il calcio italiano. Adesso la Serie A può avere dei valori diversi. Spalletti è stato scelto non solo per l’esperienza e per il nome ma anche per il modulo. Il Napoli continuerà con il 4-2-3-1, modulo del quale Spalletti a Roma è stato un maestro”.