Esattamente 37 anni fa i tifosi napoletani impazzivano di gioia: infatti il 30 giugno del 1984, Diego Armando Maradona, fuoriclasse argentino, originario di Lanus, il più forte giocatore al mondo di tutti i tempi, passava dal Barcellona al Napoli, per la cifra, enorme a quell’epoca di 13 miliardi di lire. Alla notizia caroselli di auto a tutto clacson e folti gruppi di tifosi azzurri invasero la città e la provincia napoletana. Finalmente dopo un’estenuante trattativa condotta dall’ex capitano del Napoli, Antonio Juliano, il pibe de’ oro veniva acquistato dal club dell’allora presidente Corrado Ferlaino. Fu grazie a Pierpaolo Marino, dirigente dell’Avellino che la dirigenza partenopea ebbe l’idea di portare all’ombra del Vesuvio un mito del calcio che ha lasciato nel cuore dei supporters azzurri un’impronta indelebile. Il Ds irpino scoprì i rapporti tesissimi tra il campionissimo sudamericano e la società catalana, per cui poteva essere il momento giusto per tentare il colpo del secolo. Sebbene Maradona fosse in Europa soltanto da un paio di anni, le sue mirabili gesta erano già sotto gli occhi di tutti. In un primo momento Pierpaolo Marino propose l’affare alla Juventus di Boniperti ma il club bianconero, a torto, si rivelò poco interessato, in particolare conoscendo il carattere impulsivo di Maradona. Dunque la proposta fu fatta al dirigente azzurro Antonio Juliano che fu subito affascinato dall’idea di regalare alla piazza napoletana un calciatore tra i più forti al mondo. Dal canto suo il fuoriclasse argentino ormai inviso in Spagna, voleva andar via a tutti costi da Barcellona e l’occasione Napoli gli sembrò cadere a pennello. In verità la trattativa fu molto faticosa ed incerta ma il Napoli non mollò mai la presa. Juliano era sempre in contratto col presidente del club catalano, mentre Ferlaino, si preoccupò delle trattative con la Maradona Producciones presieduta dal manger del calciatore Jorge Cyterszpiler. A Maradona furono, pertanto, garantiti ottimi guadagni, una prospettiva assai allettante specialmente in virtù di alcune operazioni finanziarie dissennate del procuratore che avevano assottigliato gran parte del patrimonio dell’argentino. Contro ogni regola economica e a dispetto dei tanti problemi cittadini, Napoli aveva dalla sua un forte gruppo politico esponente della Democrazia Cristiana partenopea, e un istituto bancario molto importante nell’economia finanziaria del Paese. Una grossa mano nell’operazione fu data dal primo cittadino napoletano Vincenzo Scotti il quale fu certamente determinante nell’intercedere con varie banche, tra cui, ovviamente anche il Banco di Napoli, per fornire prestiti e garanzie bancarie sufficienti per l’acquisto di Maradona. Una volta conclusa la trattativa ed ufficializzato il suo approdo all’ombra del Vesuvio, Maradona fu presentato allo stadio San Paolo di Fuorigtotta davanti a ben settantacinquemila spettatori festanti, cinque giorni dopo, ossia il 5 luglio del 1984. Cinque palleggi e un saluto circolare al suo nuovo pubblico diedero il là ai sette anni più rappresentativi della storia calcistica della SSCN. Due scudetti, una coppa Italia, una Supercoppa italiana e la storica Coppa Uefa del 1989 con in mezzo il famoso mondiale vinto da solo nel 1986 con l’Argentina, , in Messico, costituiscono il bottino del pibe de’oro durante il suo periodo napoletano.
AMARCORD: 30 giugno 1984, Maradona diventa un giocatore del Napoli
Commenti