Gli interventi di Enrico Castellacci, Giuseppe Mascara e Fulvio Collovati a “Il Sogno Nel Cuore”
Enrico Castellacci a “Il Sogno Nel Cuore” su 1 Station Radio: “Gattuso sfortunato col Verona, nel 2006 non volevo portarlo al Mondiale e minacciò di attaccarsi al bus. Su Eriksen…”
“La Nazionale italiana ha distratto le persone dalla pandemia, ma di solito il popolo italiano si stringe in ogni occasione agli azzurri – queste le parole di Enrico Castellacci, ex medico della Nazionale italiana, ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione condotta da Luca Cerchione in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio -. Nazionali snob non ne ho mai viste, sono state tutte molto vicine alla gente e quest’ultime ricambiavano l’amore. L’entusiasmo in questa squadra è diverso perché arriva da un momento particolare della storia italiana: la mancata qualificazione all’ultimo mondiale, risultato clamoroso per una Nazionale come la nostra. L’abilità di Mancini e la possibilità di avere tutti questi giocatori di classe hanno fatto il resto. Tre risultati eclatanti ci portano ad un ottavo alla nostra portata, ci sono tutti i propositi per un risultato importante. Eriksen? Il ragazzo ha visto la morte in faccia, mi auguro che abbai un futuro radioso. I medici e i compagni di squadra sono stati molto bravi ad agire nei primi 5 minuti. È stato fortunato perché si trovava su un campo di calcio e in una competizione importante. I medici dovrebbero avere un ruolo istituzionale nella Federcalcio, questa è una mia vecchia battaglia. Mi auguro che Gravina lo capisca. Il quid in più della Nazionale? Questa non è una squadra, ma è la squadra. Il quid in più è il gruppo, i giovani mi hanno inorgoglito. Senza gruppo non si arriva da nessuna parte. Napoli? Gli azzurri hanno disputato un ottimo campionato, peccato per l’ultima con il Verona, Gattuso è stato sfortunato. Oggi hanno un altro grande allenatore, Spalletti ha la tempra toscana giusta per arrivare ad importanti risultati. Aneddoti su Gattuso? Lui non cambia atteggiamento, quello che è in campo è anche fuori. Quando lo stavamo lasciando nel mondiale del 2006 per un infortunio, minacciò di attaccarsi al bus. Facemmo un grande recupero, se fosse stato un altro lo avremmo lasciato a casa. Sembra di rivivere la stagione 2006? La sensazione è quella, auguro a questa nazionale quel fantastico epilogo”.
“Il mio motto è sempre stato quello di giocare con la stessa passione di quando ero bambino, sono stato bravo a sfruttare le mie doti – queste le parole di Giuseppe Mascara, ex calciatore, fra le tante, del Napoli, ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione condotta da Luca Cerchione in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio -. Quando arrivai al Napoli, la dirigenza già aveva in mente un progetto importante. Col tempo sono riusciti ad acquistare e vendere giocatori importanti, fino ad arrivare in Champions. Da tre anni sono in stallo, hanno mantenuto giocatori più avanti d’età. Stanno cercando di aggiungere i tasselli che mancano. Il cacio deve essere fatto in maniera seria, prendere persone qualificate e non il contrario. Settore giovanile? Non è un problema solo del Napoli, ma di tutto il sud Italia. Non abbiamo le infrastrutture, quando ci allenavamo all’ombra del Vesuvio viaggiavamo da un paese all’altro. Insigne? Penso che Lorenzo non voglia cambiare aria, ha dimostrato di essere un campione e di prendersi le responsabilità nei momenti cruciali. I matrimoni si fanno in due, separarsi non conviene a nessuno”.
Rai, Collovati a “Il Sogno Nel Cuore” su 1 Station Radio: “L’Italia ha espresso il miglior gioco dell’Europeo, il centrocampo è l’arma in più. Occhio al Belgio, Francia poco umile. Su Donnarumma e Calhanoglu…”
“Il mio passaggio dal Milan all’Inter non è stato un discorso economico – queste le parole di Fulvio Collovati, Campione del mondo 1982 e Opinionista Rai, ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione condotta da Luca Cerchione in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio -. Avevo già disputato un anno di Serie B con i rossoneri, giocavo il sabato con la Nazionale e il giorno dopo, nemmeno 24 ore, nel campionato cadetto. Quando salimmo in A retrocedemmo nuovamente, e il mio C.T. della Nazionale mi disse che avrei potuto perdere il posto. A quel punto, d’accordo con la società, decisi di trasferirmi. Inter e Fiorentina mi cercarono, ma la dirigenza del Milan scelse i nerazzurri ed io andai a guadagnare molto meno rispetto all’offerta del club di Firenze. Assurdo che Çalhanoğlu lasci il Milan per 1 milione di euro in più di guadagno. Non condivido nemmeno la scelta di Donnarruma: i milioni di euro in più che guadagnerà al PSG, nell’arco di una carriera non gli avrebbero pesato. Italia? Ha espresso il miglior gioco dell’Europeo, deve temere solo sé stessa. Dobbiamo comunque rispettare l’Austria, non sono dei principianti e hanno numerosi giocatori che militano in Bundesliga. Chi mi ha impressionato in questo Europeo? Per quanto concerne l’Italia, sicuramente i centrocampisti: Jorginho, Barella, Locatelli, hanno dato qualcosa in più. Anche Berardi mi è piaciuto. L’Inghilterra, invece, mi ha deluso, non spenderei 100 milioni di euro per Kane. Il Belgio è una squadra solida con un centravanti importante, Lukaku, e bisogna tenerli in considerazione. La Francia non mi ha impressionato, non sono umili e per questo persero la finale dell’ultimo Europeo con il Portogallo. Italia e Belgio hanno qualcosa in più anche rispetto alla Germania”.