ESCLUSIVA PIANETAZZURRO – Intervista al mental coach Mauro Pepe
Inutile girarci intorno, gli occhi spaventati, i volti tirati, ma anche le mani ai fianchi di molti calciatori azzurri durante la sfida contro il Verona sono rimasti impressi a molti tifosi, in quanto erano chiari segnali di una condizione mentale a dir poco inquieta dei ragazzi in campo. Ed allora, per comprendere meglio la situazione, abbiamo chiesto aiuto ad un Mental Coach professionista, Mauro Pepe, uno che con la mente degli atleti ci lavora:
Mauro, buon pomeriggio e grazie per aver accettato il nostro invito. Innanzitutto partirei con lo spiegare ai nostri lettori in cosa consiste il tuo lavoro e qual è la tua mission.
“Buon pomeriggio a tutti e grazie per l’invito sul vostro giornale. Come Mental Coach seguo atleti, manager, imprenditori e chiunque voglia fare una crescita mirata al raggiungimento di un obiettivo. Mi occupo quindi di strutturare un percorso di crescita personale negli ambiti della preparazione mentale ed emotiva.
2 anni fa mi resi conto che i contatti aumentavano e avevo bisogno di crearmi una squadra a cui affidare gli allievi e quindi ho aperto l’Accademia per Mental Coach. Oggi ho già vari Coach che lavorano con il metodo Vinciconlamente.
In questo ultimo anno ho pubblicato vari corsi online (vincere l’ansia, i segreti del linguaggio del corpo, ginnastica emozionale “in arrivo”), ed inoltre ho anche un canale youtube molto attivo e seguito, in cui ho pubblicato più di 500 video di crescita personale
Insomma vivo per il mondo #Vinciconlamente “
Prenderò in prestito il tuo motto/brand “Vinci con la mente” per porti questa domanda: secondo la tua esperienza professionale, in che misura il Napoli ha perso la qualificazione Champions “mentalmente”?
“Il Napoli ha perso nell’ultima partita la Champions per oltre il 70% mentalmente. Molti giocatori erano irriconoscibili. Nei loro occhi leggevo paura e rabbia. Non avevano lucidità. Lo stesso Gattuso ha perso la lucidità soprattutto nel 2’ tempo.”
Tu sei un grande tifoso del Napoli, e come tale avrai seguito anche le gare precedenti a quella contro il Verona, ti è sembrato di cogliere atteggiamenti simili anche in tali occasioni? Per intenderci, la debacle del “Maradona” ha radici vecchie o sono esclusivamente riconducibili “all’ultimo miglio”?
“La questione è più complessa. In questo anno in quasi tutte le partite che non andavano secondo “i programmi” della squadra ho visto una carente preparazione mentale.
Questa problematica non è da imputare ai singoli o all’allenatore, é il risultato del fatto che non si lavora in maniera strutturata sulla preparazione mentale ed emotiva della squadra.”
La tua risposta da uno spunto interessante per la prossima domanda. Quanto è importante il lavoro di un mental coach in un club professionistico come lo è il Napoli calcio?
“Il Mental coach, all’interno di un club professionistico, va visto alla stregua del preparatore atletico.
Io spesso dico che per eccellere nello sport bisogna allenare bene le 4 colonne del successo:
– Preparazione tecnica
– Preparazione tattica
– Preparazione atletica
– preparazione mentale
Ognuna necessità di un professionista, che si occupa in maniera specifica della preparazione dei calciatori e dell’allenatore.
Ad oggi la preparazione mentale è lasciata al buon senso di un allenatore, che spesso non ha le competenze per poter strutturare un percorso di crescita dal punto di vista mentale ed emotivo.”
Quanto ha influito sul gruppo squadra il clima di tensione creatosi tra allenatore e presidente?
“Mi piacerebbe aver vissuto lo spogliatoio con loro per risponderti correttamente. Sicuramente le frizioni in società possono incidere sulla serenità del gruppo. Anche se un gruppo molto saldo e ben preparato mentalmente sviluppa forza e coesione in queste difficoltà.”
Insomma, le parole del mental Coach Mauro Pepe danno ancor di più l’idea che, il fallimento della qualificazione Champions da parte degli azzurri, è un qualcosa che è maturato anche (ma io direi soprattutto) per uno scorretto approccio mentale alla gara, non solo da parte degli uomini in campo ma anche dello staff tecnico. Di chi sia figlio tutto ciò non è dato saperlo, ma mi sento di ipotizzare che il clima conflittuale creatosi tra allenatore e dirigenza abbia contribuito ad alimentare il tutto.
Migliara Salvatore