Fabio Rossitto a “Il Sogno Nel Cuore” su 1 Station Radio: “Insigne è il più determinante degli azzurri. Napoli sarebbe la piazza perfetta per De Paul”
“Tra Napoli e Udinese c’erano enormi differenze di motivazioni. Gli azzurri giocavano per un obiettivo importantissimo, la Champions, mentre i friulani erano già salvi – queste le parole di Fabio Rossitto, allenatore ed ex calciatore, fra le tante, di Napoli e Udinese, ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione condotta da Luca Cerchione in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio -. Affrontare la squadra di Gattuso, ad oggi, non è semplice per nessuno: grandi qualità, bel gioco, corti e concedono poco, con l’aggiunta di un Osimhen devastante. Gattuso? Dopo un momento difficile, l’allenatore azzurro ha saputo rialzarsi. Dettaglio importante, e non da tutti, ha saputo conquistarsi il rispetto dei calciatori ed, infatti, il gruppo gli vuole bene. Se dovesse portare il Napoli in Champions, ha fatto un capolavoro. Se avessero avuto Osimhen sarebbe cambiato qualcosa in campionato? Victor sposta gli equilibri, con lui dall’inizio avrebbero dato del filo da torcere, essere più vicini all’Inter, ma i nerazzurri hanno qualcosa in più. Chi critica questo attaccante non capisce niente: ieri, sul primo gol, è arrivato davanti alla porta con un gesto tecnico spettacolare. Il Napoli, ad oggi, è dietro solo alla squadra di Conte. La bravura di Rino è stata portare qualità in un progetto tecnico composto dall’essere corti in campo e dal recupero palla, è il gioco più europeo in Italia. De Paul all’ombra del Vesuvio? Lo vedrei benissimo, potrebbe essere la piazza ideale per lui. Ha qualità, come il resto degli azzurri, ed è anche argentino, e lì sappiamo che hanno una storia particolare. L’uomo in più di quest’anno? Ho un debole per Insigne, è il simbolo della squadra, è il più determinante”.
“Negli anni ad Udine ho giocato poco, ma è stato un’esperienza che mi ha aiutato a crescere. Già solo lavorando con calciatori del calibro di Iaquinta, Di Natale e Pepe, si migliora – queste le parole di Salvatore Masiello, ex calciatore, fra le tante di Palermo e Udinese, ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione condotta da Luca Cerchione in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio -. Terzino sinistro per il Napoli? Hanno sempre avuto questo problema sulla corsia mancina, al di là di Ghoulam. Opterei per prendere un calciatore italiano, magari un mix: un giovane accompagnato da uno di esperienza. Parisi e Tripaldelli potrebbero essere profili interessanti. Io al Napoli? Sono stato vicinissimo all’azzurro, ma quando ero in A e loro in B, rifiutai per poter disputare il massimo campionato. L’anno dopo, accadde la situazione inversa, e Marino, forse, si legò al dito il mio no e non si concluse l’operazione. Da napoletano e tifoso del Napoli, sarebbe stato fantastico. Avrei usato la responsabilità di essere partenopeo per dare il massimo. Maksimovic? Lo vidi a Torino, mi ha rivelato che vorrebbe rinnovare. Tutino? Se fossi in lui, da calciatore che ha appena conquistato la A, penserei più di restare nella mia attuale squadra che approdare in un Napoli e non giocare mai. Ciò che fa decidere, però, è anche l’offerta economica. Provocazione sul non volere tre squadre campane? Chi giudica è il campo, nessun altro. Oggi, con le tecnologie, il calcio è cambiato: devi disputare ogni partita al 100% per evitare polemiche. Zamparini? Ho un debole per lui. È stato il mio presidente da quando avevo 14 anni. Mi ha portato prima a Venezia, e poi al Palermo. Persone che fanno calcio come lui, con entusiasmo e anche iniziativa imprenditoriale, sono poche. In Italia manca un presidente di questo tipo, sono le persone che portano entusiasmo in piazze come Napoli, Palermo o Roma. Quando ero al Bari, ad esempio, Matarrese ci donava un premio ad ogni partita vinta, nonostante le difficoltà in cui viveva la società. Oggi sono tutti imprenditori con la paura di gettare soldi. Come il Torino, il presidente granata pensa al fatturato, vendendo i giocatori importanti e quest’anno hanno fatto fatica”.
Mark Iuliano a “Il Sogno Nel Cuore” su 1 Station Radio: “La Juve, per come sta giocando, se non arriva in Champions non è uno scandalo. Pirlo non è adatto alla rosa che ha, ma non è l’unico colpevole. Su De Paul…“
“Tutino da A? L’ha conquistata sul campo, giusto che affronti questa esperienza. Le caratteristiche per fare bene le ha, inoltre la Serie A odierna non è più la stessa, il livello è più abbordabile – queste le parole di Mark Iuliano, allenatore ed ex calciatore, fra le tante, di Juventus e Udinese, ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione condotta da Luca Cerchione in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio -. De Paul da Napoli? Potrebbe fare bene ovunque. È un calciatore con tanta tecnica, carattere, è il primo a difendere e a volere palla nei momenti più difficili. La squadra si appoggia molto su di lui. Quando arrivò ad Udine, avrebbe dovuto operarsima non sembrava: lo schierammo in campo subito e ci fece vincere la partita. È pronto già da tempo per un big. Musso? Anche lui è da grande squadra, ha delle potenzialità incredibili: struttura fisica importante, tecnica ed è bravo anche con i piedi. Barak da Napoli? Gli azzurri sono una grande squadra, è sicuramente un buon giocatore che in rosa non hanno, ma non ti fa la differenza. Se il tuo obiettivo è arrivare in Champions o vincere qualcosa, hai bisogno di calciatori internazionali e di esperienza, altrimenti resti sempre nella tua dimensione. Anche Gasperini, ad esempio, ha una squadra squadra, ma non può arrivare oltre a ciò che ha fatto perché non ha quel giocatore che ti porta a vincere. Spalletti o Gattuso al Napoli? Come si può non dire Rino. De Laurentiis gli ha chiesto di arrivare in Champions, non lo Scudetto, ed è lì a lottare per questo obiettivo. La squadra ha avuto più bassi delle altre, ma è stato capace di restare sul pezzo e riportarli in alto. Oltre alla riconferma, meriterebbe un premio per ciò che sta facendo. Ha formato e aiutato a crescere anche giocatori come Osimhen, il quale era considerato un fallimento, fino a poco tempo fa, ed ora sta facendo bene. Non dimentichiamo che ha dovuto giocare per la prima parte del campionato con Petagna, buonissimo giocatore ma statico e non adatto al suo gioco. Juventus? Per come stanno giocando, se non dovesse arrivare in Champions non sarebbe uno scandalo. È la fine di un ciclo, alcuni non riescono a rendere più come in passato, altri non sono adatti al gioco dell’allenatore e quest’ultimo, forse, non è adatto alla squadra. Stagione sotto le aspettative, ma dopo 9 anni di Scudetti ci può stare. Pirlo? Forse non era il momento per lui di prendersi una panchina così bollente, ma le responsabilità non sono solo sue e dei calciatori: alcuni problemi la Juventus li aveva già da tempo, e a fare determinate scelte è la dirigenza. Dunque, quest’ultima, dovrebbe essere la prima a essere messa sul banco degli imputati. Cristiano Ronaldo? Se non ci fosse stato CR7, i bianconeri sarebbero ancora più giù in classifica. Ha portato la baracca avanti da solo, non possiamo aspettarci che dribbli tre giocatori ogni volta. Forse, Pirlo andava accompagnato anche da un vice di esperienza, perché, ad oggi, la squadra non esprime alcun tipo di calcio, non ha idee”.