Sandro Piccinini: “SuperLega? Non mi piace la formula sportiva. Dubito che questo tipo di spettacolo possa portare più soldi”
A Radio Marte nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Sandro Piccinini, giornalista.
“SuperLega? Non mi addentro in discorsi in stile ricchi contro poveri e non mi interessa tanto, so bene che un club è un ente privato che può fare ciò che vuole dei propri soldi. Non mi piace proprio dal punto di vista della formula sportiva, cioè il fatto che sia una manifestazione dedicata a soli 20 club di cui 15 permanenti solo perché hanno un bacino di utenza enorme e tanti soldi potenziali. Ci sarebbero 2 gironi con 10 squadre ciascuno con partite di andata e ritorno, si rischia di annoiare e si perde l’effetto evento. Chi pensa che si possano replicare all’infinito i vari PSG-Bayern Monaco fa un errore macroscopico. La formula della Champions garantisce questo evento, che se diventa routine perde di efficacia. Al di là dei discorsi sui bilanci dissestati.
Si preannunciano anche battaglie legali a meno che questa non sia una strategia per ottenere garanzie dall’UEFA. Chissà le battaglie come e quando finiranno. Io però non capisco la motivazione che sta alla base di questa scelta, cioè cercare di risanare i bilanci cercando di incassare, quando invece Atalanta, Napoli e Lazio per esempio dimostrano che si può fare bel calcio con i bilanci a posto. Anche perché non si esce aumentando gli introiti ma riducendo i costi. Magari poi inseguito JP Morgan i 3 milioni non li darà più.
Quando la sesta incontra la nona poi che cosa succede, specie quando quelle sfide vengono proposte tutti gli anni? Quando per sanare un debito cerchi qualsiasi soluzione che possa risolvere il problema domani non puoi troppo azzardare se poi funzionerà tra 3 anni. Anche perché i dirigenti protagonisti di questa iniziativa magari non ci saranno più. Una visione un po’ miope secondo me, però sono club privati e possono fare ciò che vogliono. Da un certo punto di vista spero anche di sbagliarmi.
Avere il bilancio a posto non comporta avere una squadra schifosa. Io dubito che questo tipo di spettacolo possa portare più soldi ma in ogni caso il calcio non è solo soldi e numeri. Il tifoso vuole anche capire di cosa si parla. Perché la FA Cup è affascinante? Perché tutti possono partecipare, ci sono discorsi di merito sportivo e tradizione. Il Mondiale ha fascino pazzesco perché si gioca ogni 4 anni.
Siccome le società di spese pazze ne hanno tante, basterebbe ricordare qualche acquisto incauto di Juventus e altre, anziché agire su quelle leve lì si fa altro e i conti potrebbero pure peggiorare”.