Gli interventi di Umberto Chiariello, Ottavio Bianchi e Massimiliano Gallo a Radio Punto Nuovo
Editonapoli: “De Laurentiis non manderà via Gattuso. La mia era una provocazione: Rino stia sereno, può ancora cambiare la storia”
In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Umberto Chiariello per il suo EditoNapoli: Non sto capendo con che spirito i nostri ragazzi affronteranno l’atalanta, dopo l’intemerata col Parma, che ha creato scompiglio. La società non ha risposto. De Laurentiis ha preferito glissare perché non ha nessuna voglia di farsi mettere in mezzo. Gattuso l’ha fatta fuori dal vaso. Lui ha perso l’amicizia con Ancelotti, quando ha trattato di nascosto con De Laurentiis. Chi dice che Ancelotti aveva già l’accordo con l’Everton, dice una bugia. è normale che un presidente cerchi un sostituto quando ha dubbi. Mandi via un allenatore? È ovvio che ti fai trovare pronto. Poi che lui dal rinnovo quasi fatto, lui ha avuto dei dubbi vedendo che perdeva 6 partite. Lo ha fatto prima con te perché non può farlo ora? Gattuso l’ha fatta fuori dal vaso. Questa mi sembra una cosa di un’ipocrisia infinita che ha creato solo problemi alla società. I giocatori devono sapere che l’allenatore non lo manda via nessuno perché il presidente non vuole solo mandarlo via! La mia era solo una provocazione. Non ho mai detto che De Laurentiis manda via Gattuso. Sarebbe da folli. Lui deve stare sereno e calmo, rivedendo principi di gioco, migliorando l’assetto difensivo, perché è dimostrato che il Napoli difenda malissimo di squadra e con la qualità dei suoi attaccanti, perché ha una rosa importante questa squadra, con il suo carattere, che è meraviglioso e lo si vede anche nel rapporto con i giocatori, può rialzarsi. Ha le qualità per farsi riconfermare con le sue qualità. Nulla è ancora scritto. Se Gattuso la smette di essere permaloso, nulla è precluso”.
Bianchi: “Maradona era un ragazzo dolcissimo. I miei ricordi col Petisso straordinari. Gattuso? Mi sembra un bravo ragazzo”.
In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione con Umberto Chiariello in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Ottavio Bianchi, ex allenatore di Napoli e Atalanta: “Doppia anima bergamasca e napoletana? Sotto il profilo professionale sono fuori da tutto. Mi piace seguire il calcio e le squadre dove ho lavorato. La mia carriera si è sempre svolta a Napoli da giocatore, allenatore e dirigente. Ho sempre diviso la professione con la quotidianità e la vita sociale. Possibile vincere a Napoli? Le altre sono società abituate a giocare a grandi livelli e a giocare per vincere, oltre che sapere riuscire a superare i momenti difficili. Quando giocavo io c’era la grande Inter, c’era il Milan poi, poi la Juventus che aveva una grande organizzazione societaria, che è tornata, vincendo gli ultimi nove campionati che non si vincono per caso. Quelle che vincono hanno una grossa base solida societaria. Le squadre che cominciano a scricchiolare sotto l’aspetto societario vanno in crisi anche sul piano del gioco. La scomparsa di Maradona? Il primo pensiero è stata una grossa tristezza. Me la porto ancora dietro quando penso a Diego. Immagine di Diego? Di Diego ricordo i nostri colloqui, le nostre situazioni da soli. Era un ragazzo splendido, la pressione a cui era sottoposta era notevole. Ragazzo tenero? Sì, bravissimo ragazzo. Allenamento? Io dichiaro da vent’anni queste cose. Vedere giocare Diego, Careca ed altri era uno spettacolo. Da solo applaudivo, ma il mio ruolo m’impediva di esaltarlo. A volte mi giravo. Tutte cose che faceva Diego le ripeteva dieci volte in una settimana. Entrate da mediano in partitina? Non lo beccavi mai (ride ndr). Era l’espressione totale del gioco del calcio. Gattuso? Io non lo conosco. Beato lui che ha molti anni meno di me. Non vedo il Napoli, non vedo come gioca o come si allena. Posso dare una risposta su quello che leggo. Mi sembra un bravo ragazzo, visto da fuori. Differenza tra Napoli, Roma e Milano? Non c’è una differenza. Io ho lavorato in tre società in emergenza, dove c’è sempre stato un cambio di proprietà. Cambio di proprietà vuol dire una gestione da allenatore completamente diversa. Forse solo a Como ho fatto l’allenatore, per il resto dovevo intervenire in situazioni diverse. Nei momenti di grande difficoltà erano tutte società che c’erano problemi: o dovevano vendere o la società aveva problemi di amministrazione. Io facevo un po’ di tutto. Non avevo un ruolo fisso. De Laurentiis mi piace come presidente? Non l’ho mai conosciuto e non ci ho mai avuto nulla a che fare. Il mio ritorno a Napoli? Quando ci si presenta ad una squadra che sta per retrocedere, di grande livello arrivi a dare una mano per un grande amico, non vai in punta di piedi e col fioretto in mano. Ti metti la corazza e spari su tutto quello che si muove. In quel momento non era una grande momento di ironia. Si rischiava la retrocessione e retrocedere con quella squadra sarebbe stato un dramma. Io mettevo in soggezione i giornalisti con i miei occhi? Quando m’incazzavo non erano azzurri, diventavano grigi (ride ndr). Ero molto criticato dal mio grande maestro Pesaola il quale quando andavamo fuori, che lui era pieno di battute. Mi diceva “sei il solito: arriva lì e parla. Tu parla e vedrai che non ti faranno domande stupide”. I calciatori temevano i miei occhi? Non lo so, ma non ho mai voluto fare paura a nessuno. Se mi pestano i piedi, però, non è che reagisco molto bene (scherzo ndr). Di natura sono molto tranquillo”.
Gallo: “Cambio di proprietà impensabile. De Laurentiis vuole vincere. Si è scoperto ancora innamorato di Sarri”.
In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione con Umberto Chiariello in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Massimiliano Gallo, direttore de Il Napolista: “Sicuramente De Laurentiis è un personaggio complesso e quindi ha sempre un rapporto complesso con gli allenatori. Il Napoli non riesce ad avere rapporti con allenatori oltre i tre anni. Gattuso gode di un trattamento mediatico sia a livello napoletano sia a livello nazionale sproporzionato per gli allenatori. Per quanto riguarda il fatto che lui non voglia vincere, ci credo poco. Se guardiamo quanto ha speso il Napoli, il Napoli ha speso molto, ma male. Questo è il vero grande problema. Il Napoli è in una situazione diversa. Il Napoli è nella condizione del secondo anno di fila di perdere la Champions. Vedo più un De Laurentiis confuso, ma questa idea che non voglia vincere non mi convince. De Laurentiis via da Napoli? Il Napoli deve tanto al presidente. Lui secondo me è in una fase di confusione. Credo che il suo più grande errore anche per i bilanci sia aver allontanato Ancelotti. Credo che il problema sia anche che lui stia vivendo una sorta di sindrome di Stoccolma per Sarri, di cui si è scoperto molto innamorato. Se consideriamo il panorama nazionale, è difficile ipotizzare un’altra proprietà per il Napoli. Se consideriamo i cambi di proprietà negli ultimi anni, il Napoli di De Laurentiis è nettamente primo. Speriamo che presto torni ad un suo equilibrio e capisca la strada da dare al Napoli, che in questo momento vive un momento di confusione”.