Morto Sergio Vatta, il mago del vivaio granata
TORINO. Un simbolo del mondo granata: non è un caso che per tutti fosse semplicemente il Mago. Stamattina, giovedì 23 luglio, è morto Sergio Vatta, lo scopritore di numerosi talenti granata. Era nato a Zara, in Dalmazia, 82 anni fa. Negli anni Sessanta fu calciatore nelle serie minori. Giocò con le maglie di Triestina, Aquila, Campobasso e Fano. Dopo aver appeso le scarpe al chiodo, si dedicò subito all’allenamento. Dopo Fano, Ancona, Ivrea, Asti e Pro Vercelli, nel 1972 arrivò sulla panchina dello Junior Casale che in due stagioni portò in serie C1.
Nel 1976 entrò nel settore giovanile granata. Con i giovani del Torino, con cui ha lavorato sino al 1991, vinse due campionati Berretti, due campionati Primavera, sette coppe Italia Primavera e quattro tornei giovanili di Viareggio.
I campioni da lui scoperti
Lanciò nel mondo del calcio professionistico campioni come Dino Baggio, Benito Carbone, Sandro Cois, Roberto Cravero, Diego Fuser, Gian Luigi Lentini, Andrea Mandorlini, Giuseppe Pancaro, Roberto Rambaudi e Christian Vieri.
La parentesi con la prima squadra
Oltre alle giovanili, per qualche mese Vatta ha allenato anche la prima squadra granata, subentrando a Sala nel 1989 ma nulla potendo contro la retrocessione in Serie B.
La Nazionale
Nel 1991 Vatta era entrato a far parte dei quadri tecnici federali, come allenatore e responsabile delle Nazionali giovanili Under 16 e Under 17, ricoprendo tale ruolo fino al 1997. Nell’annata 1997/98 aveva allenato la Nazionale femminile, portata alla fase finale dei Mondiali.
Con la Lazio
Nel 1998 era stato chiamato dall’allora presidente della Lazio, Sergio Cragnotti, a dirigere il settore giovanile biancoceleste, avventura terminata nel 2001 con la conquista dello scudetto sia della squadra Primavera, sia della squadra dei Giovanissimi Nazionali.
In Grecia
Dal 2002 al 2004 l’ex allenatore – che ormai aveva dismesso la tuta per incarichi dirigenziali – aveva assunto il ruolo di responsabile del settore giovanile della squadra greca del Paok. In seguito era diventato direttore generale dell’Alessandria.
LaStampa.it