La squadra di Ancelotti ha pagato, probabilmente, un primo tempo troppo passivo, in cui le occasioni offensive erano state troppo poche.
Nei primi 45 minuti il Napoli ha cercato di attaccare con una sorta di 3-4-1-2, con Di Lorenzo bloccato sulla linea dei difensori in fase di impostazione, Mario Rui molto alto a sinistra, Insigne tra le linee, e Lozano ad affiancare Mertens davanti, in un attacco leggero che non ha causato praticamente mai problemi alla difesa sarda. Nel primo tempo le uniche iniziative partenopee sono state legate alle discese di Mario Rui, tra i più propositivi per tutto il match. Del tutto fuori gara Insigne, spaesato nella sua ricerca della posizione giusta sulla trequarti offensiva, non è riuscito ad accendersi in un lavoro di rifinitura necessario per le dinamiche della squadra. Male pure Mertens, che migliorerà un po’ nella ripresa, e Lozano. Il messicano è apparso ancora una volta inadatto a ricoprire il ruolo di attaccante nel quale Ancelotti si ostina a disporlo. El Chucky, lì davanti, soffre troppo la scarsa fisicità, soprattutto se è schierato a fianco di un altro giocatore leggero come Mertens. Molto più utile sarebbe da una posizione defilata, a fare magari il lavoro che ultimamente poco riesce ad Insigne.
Al di là delle dinamiche prettamente offensive, al Napoli del primo tempo è mancata anche un’adeguata regia in mezzo al campo. Rispetto all’ultima gara, dove in mezzo la squadra poteva godere dei “piedi buoni” di Zielinski, Elmas e Fabiàn, stasera c’era solo il polacco a tentare di distribuire con qualità il gioco. Al suo fianco, la manovra scolastica di Allan, le incertezze di Manolas, e i tentativi di Maksimovic, schierato però sul suo “lato debole”. Per questo la prima costruzione è stata spesso lenta, rendendo prevedibili gli attacchi.
Le cose sono nettamente migliorate nella ripresa, quando Ancelotti ha cambiato la maniera di attaccare della squadra. Nei tre dietro, ad iniziare l’azione, non c’era più Di Lorenzo, ma Allan, con Koulibaly sul centro sinistra, per iniziare con più pulizia la manovra. Di Lorenzo così aveva più possibilità di affondare sulla fascia, e lo ha fatto con ottima qualità, mentre Callejòn accentrava di più la sua posizione tra le linee, quasi da seconda punta, con Mertens più tra le linee. Con l’ingresso di Llorente al posto dello spento Lozano, è stato ancora più evidente come il Napoli si schierasse con un punto di riferimento davanti alla difesa, Zielinksi, un altro in attacco, Llorente, e tra questi due estremi una batteria di giocatori sulla trequarti: Di Lorenzo, Callejòn, Mertens, Insigne e Mario Rui da destra verso sinistra. Per cercare di recuperare il risultato, poi, Ancelotti ha cercato la soluzione della doppia boa offensiva, con Milik a fianco di Llorente al posto di Insigne. Nonostante le varie occasioni, però, il Napoli non è riuscito a trovare la via della rete, cosa che è accaduta in maniera beffarda, al Cagliari, che per tutto il secondo tempo si era chiuso in un mesto catenaccio, pregando che la buona sorte li assistesse fino al fischio finale. Cosa che è successa al di là di ogni più rosea speranza rossoblù.
Al Napoli restano rabbia e rammarico, per la seconda beffa stagionale allo scadere che fa perdere alla squadra punti preziosi, nonostante si sia ad inizio stagione. Da questa sconfitta, però, si può forse trarre qualche indicazione interessante per stabilire meglio alcune gerarchie che, visto il rendimento di qualche interprete offensivo, andrebbero forse riviste.
OBIETTIVO NAPOLI – Seconda beffa stagionale nei minuti finali
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