L’Avellino calcistica compie il primo passo rendendo felice una città, una provincia che torna a respirare dopo mesi di sofferenza. Uno step sofferto, voluto e centrato con l’appendice dello spareggio. Una lunga rincorsa premiata dalla forza di volontà, ma anche dall’indubbia qualità della rosa a disposizione di Giovanni Bucaro, capace di tener vive le speranze nella testa dei suoi ragazzi quando sembrava tutto ormai segnato. Il divario con il Lanusei appariva incolmabile, poi dal 24 febbraio è iniziata la marcia inarrestabile del Lupo: Monterosi, Castiadas, Vis Artena, Aprilia, Ostia Mare, Trastevere, Budoni, Lupa Roma, Torres e Latina. Trenta punti nelle dieci partite finali e il sogno del sorpasso nell’ultimo atto, al Francioni, sfumato sul più bello, quando da Rocca Priora è arrivata la conferma del vantaggio del Lanusei, nel recupero, contro la Lupa Roma. Parità in classifica, in Serie D non si tiene conto degli scontri diretti (Avellino-Lanusei 2-1, Lanusei-Avellino 0-2) e, nonostante le due vittorie in campionato ai danni del club della provincia di Nuoro, ecco lo spareggio di Rieti. Al “Centro d’Italia – Manlio Scopigno”, si riaccende per davvero la passione biancoverde. Non che negli ultimi atti della regular season, soprattutto a Latina, sia mancato l’apporto e il calore, anzi. Ma la caccia al biglietto e la carovana verso lo stadio reatino si legheranno a doppio filo con gli altri precedenti della storia irpina.
Non è stato semplice calarsi nella nuova avventura per tutte le componenti. La sconfitta casalinga con il Trastevere, i due ko di Sassari (contro la Torres e il Latte Dolce), i passi falsi esterni con l’Atletico, l’Aprilia e il Cassino: questi i momenti critici con l’involuzione tecnica nella gestione di Archimede Graziani. Poi, con Bucaro, la lenta e inesorabile risalita con il rush finale da dominio puro. La società di patron Gianandrea De Cesare ha saputo far tesoro, giornata dopo giornata, degli errori commessi. Il brivido del possibile mancato tesseramento di Luis Maria Alfageme andrà evitato nel prossimo futuro, ma certamente oggi è la giornata dei sorrisi all’ombra del Partenio con la gioia di tutti i dirigenti, dello staff tecnico, dei calciatori. Spiccano le reti di Alessandro De Vena, decisivo anche nello spareggio promozione, l’esperienza di capitan Santiago Morero, di Nicola Ciotola e Nando Sforzini, la gioventù con mix di grinta di talento dell’irpino Fabiano Parisi e Alessio Tribuzzi (è suo il raddoppio nella sfida finale), la corsa di Franco Da Dalt, la solidità di Aniello Viscovo tra i pali (monumentale su Bernardotto nel recupero del primo tempo dello spareggio sull’1-0), ma tutti gli elementi, in particolar modo, dal 18 febbraio, all’indomani di Latte Dolce – Avellino, hanno garantito sostanza per l’impresa. Anche l’acquisto di Alfageme era il chiaro segnale di chi non voleva lasciare nulla di intentato, fino all’ultimo istante.
L’Avellino in Serie C con il primo passo compiuto, ma il campionato non è finito perché, da vincitrice del girone G, i lupi disputeranno la Poule Scudetto. Prime sfide con il Bari e il Picerno, poi si prospetta un 2019/2020 dalle grandi sfide con tante rivali nel girone C, infuocato. In terza serie, con il logo, già presente sulle divise da gioco e presumibilmente con la storica denominazione. Si riparte dalla promozione perché per il club è solo la metà dell’opera di ricostruzione.
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