Stiamo messi proprio male se le prime due squadre del nostro campionato, che pure avevano creato il vuoto, non si sono qualificate alle semifinali europee.
In semifinale Champion’s il Barcellona del sempiterno Messi, la rivelazione Ajax, il Tottenham che ha eliminato il Manchester City dopo una gara straordinaria per reti ed intensità ed il Liverpool che ha fatto polpette del Porto che aveva giustiziato la Roma.
In Europa League probabile sarà una finale inglese tra l’Arsenal ed il Chelsea di Sarri, e chissà a quanti sotto il Vesuvio fischieranno le orecchie.
Quello inglese è il calcio del momento, figlio di una politica che ha sconfitto gli hooligans già da molti anni, che costruisce stadi sempre più all’avanguardia che attraggono chi abbia voglia e possibilità di investire. Sugli impianti di casa nostra, a parte lo Stadium ed il Mapei del Sassuolo, meglio stendere un velo pietoso. Siamo prigionieri di un calcio sempre più tattico e sparagnino, blocchiamo la crescita dei giovani non ritenendoli adatti ad esprimersi a certi livelli (come se quelli dell’Ajax fossero queste vecchie volpi…)
Qualcuno, forse un po’ frettolosamente, visti alcuni segnali di risveglio della Nazionale, visti l’arrivo di Cristiano Ronaldo ed il ritorno di Ancelotti, ha pensato che il calcio italiano avesse cominciato a risalire la china; purtroppo, neanche queste due decoratissime star hanno invertito la tendenza.
La Juve, campione in Italia subito dopo Natale, in pieno tabù Champion’s League, è uscita per mano dell’Ajax che ha riportato in auge quel calcio totale che diede fama ai loro antenati degli Anni70; sarebbe interessante scoprire le vere potenzialità di questo gruppo prima che sia smembrato dalle grandi di mezza Europa.
Il Napoli è stato fatto fuori dall’Arsenal, squadra solida ma non in corsa per il titolo, e se nell’arco di 180 minuti non segni nemmeno un gol recriminare serve a ben poco. Sui social prosegue il fuoco incrociato dei tifosi cominciato martedì (ognuno con la propria eliminazione ha indorato la pillola dell’altro) con i fuochi d’artificio sparati a Napoli e la risposta di Torino “bravi del resto sapevate che giovedì non vi sarebbero serviti…” mentre a Roma e Milano hanno ben altro di cui occuparsi che fare il funerale ad entrambe.
È sbagliato chiedersi come mai due squadre che da tempo hanno raggiunto i rispettivi obiettivi in campionato siano arrivate con le gomme a terra nel momento topico della stagione? La preparazione atletica è decisamente da rivedere dato che le due compagini sono ben diverse da quelle dell’ottimo girone di qualificazione (il Napoli pur non passando aveva ottimamente figurato contro Liverpool e Paris Saint Germain).
A Torino si aprono processi, a Napoli si parla ora di anno di “transizione”: ma come, qualcuno non aveva detto che non era venuto a “pettinare le bambole”?
Antonio Gagliardi