In diretta a ‘Un Calcio Alla Radio’, trasmissione in onda su Radio CRC, è intervenuto Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore: “Le parole di Pastorello? Io preferisco che parlino le sentenze. I patteggiamenti purtroppo rivelano una storia molto triste. Ognuno poi ha le sue posizioni. Due patteggiamenti nella stessa vicenda portano una verità verso la vicenda. I fatti dicono quello che io ho scritto. Carraro? C’era una triade all’interno del calcio italiano, che vedeva Carraro a capo delle istituzioni calcistica e economica, Geronzi, capo economico, e Moggi. Guarda caso questi soggetti attraverso i propri figli hanno dato vita alla GEA. Figlio di Lippi? C’era, ma poi ne è uscito. Tanzi apparteneva a questa triade? Tutti coloro che erano all’interno di questo circuito finanziario, penso a lui come a Cragnotti, hanno beneficiato. Quando le aziende sono andate male, quando sono capitati i crak Cirio e Parmalat sono venute fuori. Dal 2001 non vince nessuno? Vincono i grandi club del nord perché hanno più risorse. Sistema di potere? C’è stato, è evidente. Trovo difficile trovare un determinismo tra le vicende di potere e il campo. Sarò romantico”.
In diretta a ‘Un Calcio Alla Radio’, trasmissione in onda su Radio CRC, è intervenuto Alessandro Melli, ex calciatore del Parma: “Il mio ricordo di Parma-Napoli? Ho avuto la fortuna di giocare contro Maradona nel 90-91. Per me è stato un privilegio aver affrontato il giocatore più forte della storia. Napoli mi ricorda molto quello. Ci sono state tante altre partite, ma quella è la cosa che ricordo con maggior piacere. I miei esordi? I primi anni sicuramente sono stati gli anni migliori. Sono stati anni belli, dove abbiamo conquistato trofei, abbiamo raggiunto in tanti la nazionale, poi un po’ di infortuni mi hanno creato qualche problema. Arrivarono giocatori dal Napoli come Zola, Cannavaro. Juventus-Parma 1-1? Io non ero presente, perché mi ero rotto l’anca qualche settimana prima. Ho letto le dichiarazioni di Daniel (Bravo ndr), ma non c’ero e non posso rispondere. La partita la vidi. Credo nella buona fede dei miei ex compagni. Non abbiamo vinto lo scudetto? Per vincere lo scudetto non ci vogliono solo i campioni, ma la mentalità e credo anche all’epoca qualche potere, in qualche ambito. Quando penso al Milan dell’epoca o alla Juve di adesso penso che sia perché hanno qualcosa di loro. Credo che il Napoli di Sarri avesse tutte le caratteristiche. Credo che bisogna saper gestire le pressioni per vincere i campionati e non è facile. Piatek o Milik? Prenderei Milik”.
In diretta a ‘Un Calcio Alla Radio’, trasmissione in onda su Radio CRC, è intervenuto Emilio Faroldi, Professore Ordinario presso il Politecnico di Milano: “Oggi non è possibile compartimentale una risposta. Sono tutti questi fattori, anche gli sportivi, che influiscono sulla criticità delle nostre strutture. Gli stadi sono visti per anni come strutture in cui si svolgeva una manifestazione e solo a questa si rivolgeva. È chiaro che se questi oggetti vengono utilizzati solo come macchina dello spettacolo, diventano poco funzionali per la città. Il cittadino dovrebbe diventare amico di questo luogo e non valutarne solo l’aspetto domenicale. La Svizzera che dieci anni fa ha ospitato gli europei, li ha impostati come servizi pubblici. Questo lo dico perché se l’andare allo stadio è un’occasionalista, il rapporto s’impoverisce. Cosa si potrebbe fare per il San Paolo? Penso che lo sport sia stato uno strumento di rigenerazione importante. Ricordo che alcuni stadi furono collocati in quartieri assolutamente degradati, oggi sono quartieri d’avanguardia. Lo stadio è un modello di rigenerazione urbana. Stadio nuovo o ristrutturarlo? Il contesto italiano è diverso rispetto a quello straniero. Sarebbe sbagliato paragonarli ad esempi diversi. In linea generale quando lo stadio ha dimensioni compatibili e le aree sono idonee ricostruire un sito è una strategia corretta, come è successo con il Tottenham. Farlo a porzioni, come hanno fatto a Udine o come ha fatto il Tottenham, consente di proseguire le attività”.