Avv. Grassani: “Koulibaly bersagliato, arbitro privo di buon senso. Aspettiamo le decisioni del giudice sportivo e poi ci muoveremo”
A Radio Marte nel corso di “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Mattia Grassani, legale del Napoli: “Cosa intende fare il Napoli? Tutto dipenderà dal referto e dalle decisioni del giudice sportivo. Il calcio moderno è super tecnologico, ciò che si sta perdendo però è il buonsenso. Agli arbitri stanno togliendo tante responsabilità e per una volta che avrebbe dovuto mettere in campo il buonsenso con Koulibaly bersagliato per tutto il match, non l’ha fatto. Il sistema è inadeguato e lo si evince anche dalle parole del questore di Milano o dalla panchina del Napoli chiede 3 volte la sospensione della gara e questa comunque continua e poi a farne le spese è stato Koulibaly che di certo non voleva mancare di rispetto all’arbitro, ma fargli capire che se la stava prendendo con la persona sbagliata.
Inter-Napoli era una partita ad alto rischio per una serie di ragioni, ma è stata gestita male da molti protagonisti e l’impianto di San Siro ha dimostrato anche l’infiltrazione di tifosi di altre squadre, pronti ad aggredire i tifosi del Napoli, neanche in Argentina c’è tanta violenza. Così come quando il giocatore sbaglia, l’arbitro concede il rigore e sventola cartellini, allo stesso modo se i tifosi si comportano in maniera incivile l’arbitro deve fischiare 3 volte e interrompere la partita. Chi ne paga le conseguenze sono i tifosi e le società. L’espulsione di Koulibaly è stata determinante in termini di risultato del match perchè parliamo del calciatore migliore in campo e l’arbitro ha violato la norma di buonsenso.
Cosa farà il Napoli a seguito delle decisioni del giudice sportivo? Siamo abituati a ragionare a bocce ferme e non sappiamo ancora quale sarà la decisione del giudice sportivo, ma ci adegueremo.
Dobbiamo dare un segnale a questo calcio e ci vogliono norme severe e che vadano rispettate. Tutti sono bravi a parlare quando le situazioni riguardano gli altri, ma poi quando li riguarda personalmente, rispondono che magari non sentono”.