Pochi giorni fa Riccardo Bernardini è tornato a casa, ora sono arrivate anche le sanzioni. Quelle contro la Virtus Olympia, la società che ha ospitato la gara dell’11 novembre scorso, tristemente nota per l’aggressione all’arbitro 24enne che ha rischiato di morire dopo aver battuto la testa. I fatti sono risaputii e l’eco dell’accaduto, anche grazie alla forte denuncia della madre dell’arbitro romano, non si è ancora spenta. Anzi, nell’ultima riunione il Consiglio Federale, su input del presidente dell’Aia Nicchi, ha dato il via libera all’inasprimento delle pene per le violenze nei confronti dei direttori di gara. Intanto, il Giudice Sportivo ha punito per responsabilità oggettiva la Virtus con 5000 euro di multa, 5 punti di penalizzazione in classifica e l’obbligo di disputare le gare interne a porte chiuse fino alla fine della stagione.
Nel dispositivo il Giudice, che richiama l’indebita presenza di persone riconducibili alla società nella zona degli spogliatoi, tra i quali uno degli aggressori, ha voluto specificare di non poter arrivare – con le norme attuali – all’esclusione dai campionati, prevista soltanto in caso di violenze commesse dai tesserati. Tra gli squalificati ci sono anche un dirigente e due calciatori della Virtus Olympia per comportamenti intimidatori e minacciosi nei confronti dell’arbitro, oltre che il massaggiatore della squadra ospite, il Torrenova, Yuri Alviti, ex esponente degli “Irriducibilì”, il gruppo di Ultras della Lazio: Alviti prima è stato allontanato dall’arbitro per proteste durante la partita, poi è stato decisivo al momento dell’aggressione nel soccorrere Bernardini, che aveva perso i sensi e rischiava di soffocare.
Fonte: SkySport