Due gol in campionato nelle prime undici partite, Edin Dzeko è decisamente più ispirato quando sente la musichetta della Champions League avendo segnato già cinque reti in Europa in appena quattro gare. Il bosniaco è da anni un punto di forza dei giallorossi, protagonista sia con Spalletti che con Di Francesco. Per un pomeriggio, Dzeko, si è dedicato alle domande dei tifosi, rispondendo sul social network Reddit e ripercorrendo un po’ la sua avventura alla Roma, partendo ovviamente dalle emozioni della Champions League: “Quello al Chelsea a Stamford Bridge è stato il gol più bello, ma il mio preferito è stato il primo gol per la Nazionale della Bosnia contro la Turchia – ha dichiarato – Fu un bel gol, un tiro al volo che finì nell’angolino. Già giocare per la Nazionale era una cosa incredibile, segnare un gol lo è stato ancora di più. Il momento più bello alla Roma? Deve ancora venire… Ma fino a questo momento sicuramente la rimonta contro il Barcellona, mentre rigiocherei la sfida d’andata contro il Liverpool”. Sulla squadra, aggiunge: “Cerco sempre di aiutare i giovani, sia in allenamento che in campo, con critiche costruttive ed elogi. Sono stato anche io un giovane e riconoscevo l’importanza dei calciatori più grandi. Il più casinista negli spogliatoi? Sicuramente Manolas, parla 24 ore su 24 e non si ferma mai”.
I momenti più belli e i partner d’attacco migliori
Dzeko ripercorre poi le più belle tappe della sua carriera: “Il titolo con il Wolfsburg innanzitutto, poi il gol contro il QPR nella sfida decisiva per la Premier League quando ero al Manchester City. La gente ricorda sempre il gol di Aguero ed è giusto così, ma è anche vero che fu importante il mio gol. Alla fine quel che conta è che abbiamo vinto. Probabilmente per me era più difficile segnare in Premier League, perché al City non sempre ero titolare. Ma è un campionato diverso rispetto a Bundesliga e Serie A, in ognuno devi giocare in maniera differente. Partner d’attacco ideale? Sono stato fortunato ad aver giocato con grandi calciatori. Al City c’era Aguero, ma anche Jovetic, Tevez, Balotelli e Negredo. Alla Roma arrivai quando c’era ancora Totti, che però giocava da numero 10. Ho sempre detto che è stato davvero un peccato non aver giocato insieme con lui prima nella sua carriera, perché so che avrei segnato davvero tanti gol grazie alla sua visione di gioco e alla sua abilità di passaggio. Poi c’era Salah, che è stato un grande partner grazie alla sua velocità e abilità. Ora ci sono Under e Schick che sicuro miglioreranno. Al Wolfsburg, invece, c’erano Grafite e Mandzukic, abbiamo lavorato bene. Il mio idolo era Shevchenko, la maglia che ho scambiato con lui in un Wolfsburg-Milan è la migliore che ho”.
L’infanzia in Bosnia e la passione per il calcio
Ci sono i club, certo, però poi c’è la Bosnia: “A causa della guerra, non abbiamo avuto grandi strutture dove giocare. Ogni volta dovevamo sfruttare quello che c’era, non preoccupandoci troppo di cosa avevamo e cosa no. Credo che quest’atteggiamento mi abbia aiutato molto nel prosieguo della mia vita. Mio padre è stato il mio maestro di calcio migliore, ma devo dire in generale che sono stato aiutato da tutta la famiglia. Sono pazzo di calcio, seguo tutti i campionati e a volte mi chiedono anche come faccio a conoscere tutti i giocatori di tutte le squadre. Mi sento ancora molto bene, quindi spero di continuare il più a lungo possibile, ora lavoro duro per rimanere al top della condizione e per evitare infortuni”.
Fonte: SkySport