De Laurentiis: “Calcio e Var da cambiare, c’è ancora molta confusione. Cavani? Gli offro 7 milioni, dipende da lui….”
Dalle polemiche sul Var alle strategie sul mercato, dalla telenovela dello stadio San Paolo al futuro del calcio e alla situazione politica italiana: con il Napoli al centro di tutti i discorsi e come contorno un lucido vortice di frecciate e carezze, indirizzate a turno al capo degli arbitri Rizzoli e a Cavani, dal presidente federale Gravina al sindaco de Magistris e per finire addirittura al vice premier Salvini. Così il Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis in un’intervista ai colleghi de La Repubblica:
«Vuol venire a vedere dal vivo una nostra partita? Dipende solamente da lui: se mette il Sud in cima ai suoi programmi e si impegna seriamente a mantenerli, chissà, potrei anche decidere in futuro di appoggiarlo».
La inquieta ancora la gestione del Var, vero De Laurentiis? «C’è una grande confusione, pure perché siamo partiti per primi in Europa. Ma ancora non sono stati precisati i modelli applicativi del Var e si lascia il campo alle supposizioni. Rizzoli ha parlato di 7-8 errori da inizio anno e secondo me è una percentuale altissima. C’è una cabina di regia dove ci sono altri arbitri ed è il Var che deve avvertire il direttore di gara, non viceversa. Va urlato che questi errori procurano danni economici e psichici, in azienda li chiamiamo danni biologici. Quanti allenatori possono essere esonerati per una partita persa, oppure un giocatore può essere giudicato male in base al risultato negativo e ceduto sul mercato».
Con il Var dovevavo finire anche le polemiche, invece… «Il Var era stato creato anche per tutelare la dignità degli arbitri e sgombrare il campo dopo Calciopoli, invece continua ad aleggiare un brutto clima e spesso si sente dire che nulla è cambiato. Io non lo penso, però bisogna fugare ogni dubbio: altrimenti gatta ci cova. È molto meglio interrompere il gioco più spesso piuttosto che avere più errori. E almeno una volta gli allenatori dovrebbero avere il diritto di chiedere l’ausilio tecnologico».
Le brucia ancora lo scudetto perduto a maggio, giusto? Sul campionato scorso avrei molto da dire e potrei fare una causa milionaria, ma aspetto di vedere come si evolovono gli eventi. Orsato non ha arbitrato più le prime sei della classifica dopo quell’Inter-Juve? È vero, ma non voglio pensare male».
È cambiato il presidente federale, nel frattempo… «C’è molto da lavorare, Gravina e il ministro Giorgetti devono dare seguito al decreto di Veltroni sulle società a scopo di lucro e serve una riforma della serie A. Con un’auto di Formula 3 non si corre in tutte le categorie e i club che hanno alle spalle un bacino d’utenza di 5 mila abitanti rischiano di falsare i campionati, perchè non possono lottare con le big. Serve una sola retrocessione dalla serie A, bisogna pure ridurre il numero totale delle squadre».
C’è pure il problema dei cori razzisti, lei che posizione ha? «Sono d’accordo con Ancelotti sulla sospensione delle partite e la sconfitta per 3-0, le telecamere devono essere utilizzate per riconoscere e punire i colpevoli». Servirebbero stadi all’altezza… «La Juve ha avuto delle grandi facilitazioni per costruire il suo. Noi no, dobbiamo arrangiarci tra mille disagi. Il sindaco ha parlato del progetto sfumato a Ponticelli? Dissi di no, all’epoca, perché in quel progetto presentato da un gruppo di imprenditori non c’erano attività complementari per aumentare il fatturato del Napoli. Al San Paolo servono lavori importanti, l’agibilità è di competenza del Comune».
Il Napoli sul campo le piace? «Ho preso Ancelotti per aprire un lungo ciclo, possiamo andare avanti in Champions e prima o poi batteremo anche la Juve».
Con Cavani, magari... «Possiamo offrirgli 6-7- milioni di ingaggio a stagione e un porto sicuro: dipende solo da lui».
A gennaio arrivano rinforzi? «Di prospettiva. Intanto tornano Meret, Ghoulam e Younes».