Ventura spiega l’addio al Chievo: “Basta menzogne”
La rescissione che ha posto fine ufficialmente al ritorno in panchina di Giampiero Ventura arriva, curiosamente, nell’anniversario del fallimento mondiale dell’Italia. Un anno fa il pari di San Siro con la Svezia e l’esclusione più dolorosa, 365 giorni dopo il nuovo capitolo dell’ex Ct dopo la disfatta azzurra si è immediatamente chiuso, in un lampo durato appena un mese. Dentro Mimmo Di Carlo, ma dichiarazioni immediate dello stesso Ventura dopo l’addio: “Basta con le menzogne su di me, ho rinunciato a due anni di stipendio – ha detto in una dichiarazione all’Ansa – Sono arrivato al Chievo per amicizia, per il presidente Campedelli, il momento di difficoltà della squadra coincideva con la mia grande voglia di riprendere ad allenare. Mi sarei dimesso anche in caso di vittoria col Bologna: con la società avevamo lo stesso obiettivo, la salvezza, ma volevamo perseguirla attraverso due strade diverse. A quel punto, né io potevo pretendere che loro sposassero le mie idee, né loro potevano pensare che io condividessi il loro percorso. Ho rinunciato a due anni di contratto consensualmente”.
Divorzio lampo
La storia tra Ventura e il Chievo è durata appena quatto partite: tre ko e un pari contro il Bologna dopo il quale erano arrivate le dimissioni, proprio dopo quel 2-2 che aveva tolto il segno negativo dalla classifica dopo i tre punti di penalizzazione di inizio anno. Il 10 ottobre era arrivato l’accordo con l’obiettivo ben delineato della salvezza del Chievo, tuttora ultimo in classifica con nove punti di ritardo dal quartultimo posto. Poi le difficoltà sul campo, le dimissioni “a sorpresa” (stando alle parole del club di Verona) e la decisione finale. Con la sua rescissione se ne vanno anche il vice allenatore Salvatore Sullo e il preparatore fisico Alessandro Innocenti. In mezzo anche il durissimo attacco di Pellissier sui social. E l’incubo che prosegue dalla sua parentesi in Nazionale non sembra essere ancora finito.
Fonte: SkySport