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Un “nuovo” Quagliarella: “Ho cambiato mentalità”

Un “nuovo” Fabio Quagliarella che sfida un vecchio tabù: il Milan. Per l’attaccante e capitano della Sampdoria, infatti, solo un gol in carriera contro i rossoneri: vestiva la maglia della Juventus ed era il 2010. “Contro di loro succede sempre qualcosa – ha detto Quagliarella in un’intervista alla Gazzetta dello Sport – diluvi, miracoli di Dida e Abbiati, pali, rigori dati e tolti dal Var”. Ma, appunto, il nuovo Fabio Quagliarella di questa stagione va oltre il gol: tanto che finora ha fatto più assist (4) che gol (2): “Sto diventando un 10? No, mi tengo il mio 27. Però – ha confessato – ho cambiato testa. Gioco più lucido e sereno, è questione di maturità. So che devo fare gol, ma non penso solo al gol. Prima stoppavo, mi giravo e tiravo, ora guardo se c’è un compagno libero. Ma comunque, non sono mai stato malato di gol”. Anche se ammette che non segnare da sei partite un po’ gli pesa: “Certo che sì, anche se ultimamente sono stato un po’ sfigato”.

Gol folli, ma anche tanta corsa

“Contro il Sassuolo mi sono innervosito perché ho chiuso a zero tiri in porta, ma poi ho pensato che non posso sempre inventarmi qualcosa”. L’invenzione, ovverosia i gol pazzi alla Quagliarella: “Però se i prossimi che segnerò saranno ‘banali’, a me va benissimo! Poco coraggio negli altri calciatori nel cercare colpi così? Beh a volte dalla tv, quando guardo le partite, urlo ‘Tira!’, ma è questione di istinto e forse oggi ce n’è un po’ meno”. E la spiegazione di Quagliarella è duplice: “Forse dipende dall’eccessivo schematismo degli allenatori, che lasciano meno libertà all’estro e dalla paura di essere giudicati. Invece bisognerebbe fregarsene di prendersi un po’ di robaccia addosso”. Non solo colpi da genio, l’ultimo Quagliarella è un corridore non da poco: “Ho sempre corso tanto – ha ammesso – perché alle gambe non si comanda. Ramirez mi ha detto: che segreto hai a 35 anni?”.

Gattuso e i ricordi da Sudafrica 2010

Parlando della partita contro il Milan, Quagliarella non si fida dei rossoneri nonostante il periodo negativo. Anche perché conosce Gattuso: “Lui non muore mai ed è una macchina da motivazioni. E poi il Milan prima di questo momento giocava anche bene. Sento ancora le sue urla durante Sudafrica 2010 – ricorda Quagliarella – facevi un gol in partitella e mentre tornavi a centrocampo lui ti gridava di non mollare con la sua faccia spaventosa. Ha una fame di vittorie tale che non ricordo qualcuno che l’abbia mai battuto a ping pong. A flipper e calcio balilla ogni tanto è successo, e sollevava il tavolo di peso dopo aver perso solo contro due…”. Il Milan è anche Gonzalo Higuain: “Mi impressiona la sua capacità di trovare il gol in una frazione di secondo e la perfezione dei suoi movimenti, che permette a chi gli sta vicino di segnare”.

Il futuro e… La Nazionale

E pensare che le strade di Quagliarella e dei rossoneri potevano incrociarsi nel 2006: “Ci fu una possibilità dopo i primi mesi alla Sampdoria – ha svelato – ma restò tale e poi andai all’Udinese. In quel Milan c’erano Inzaghi, Ronaldo, Kakà. Dico sempre a mia mamma che doveva farmi nascere qualche anno dopo e sarei stato a posto: perché oggi basta fare uno-due mesi decenti e ti danno già alla Juve, all’Inter, al Milan…”. Ma la carriera del capitano blucerchiata è stata comunque da grande giocatore. E vuole esserlo ancora: “Confermo che voglio giocare almeno fino a 38 anni. Il rinnovo con la Samp? Non ci penso più di tanto, perché sarebbe condizionante. Sono sicuro che mi chiamerà Ferrero e troveremo una soluzione, anche perché il mio rapporto con tutto il club mi porta a non avere dubbi”. E la Nazionale? Quaglia risponde così: “Non ci penso, l’età conta ed è giusto così. Certo, quando escono i convocati controllo chi c’è… resto curioso e faccio le mie riflessioni”.

Fonte: SkySport

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