PSG-Napoli, le chiavi tattiche della sfida
Nella gara del San Paolo contro il Liverpool, il Napoli si difendeva con il 4-4-2 abituale, ma in fase offensiva si riorganizzava con un 3-4-2-1
Le possibilità di Tuchel
Tuchel può invece contare sui recuperi di Di Maria e Verratti, ma perde Thiago Silva: probabilmente, quindi, sarà Marquinhos ad affiancare Kimpembe nel cuore della difesa. In attacco, invece, troveremo ovviamente il tridente formato da Mbappé, Neymar e Cavani, che ritroverà così la sua ex-squadra. Da verificare il ruolo del “Fideo” che potrebbe sia giocare sulla trequarti che fare la mezzala. In quest’ultimo caso, sembra probabile che Tuchel abbassi uno dei suoi due centrocampisti in fase di uscita (con il Liverpool era Marquinhos, schierato mediano, a svolgere questo compito), per avere immediatamente superiorità numerica contro i due attaccanti del Napoli. In questo modo, la salida lavolpiana riconfigurerebbe il PSG con una sorta di 3-4-3.
Se invece il PSG mantenesse il 4-3-3 o il 4-2-3-1, gli azzurri dovranno fare particolare attenzione nella difesa degli spazi di mezzo. Anche con il 4-3-3, una mezzala si mantiene spesso più bassa dell’altra e quasi in linea con il mediano per assicurare il possesso, ma anche per attirare fuori posizione i centrocampisti avversari e creare spazio alle spalle della mediana, dove Neymar e Mbappé convergono per ricevere palla e puntare la difesa.
Questa modalità “diagonale” di superare le linee di pressione può essere molto efficace e il Napoli dovrà fare particolare attenzione, perché difendendo con il 4-4-2, rischia di poter essere esposto sia nello spazio tra difesa e centrocampo, che nei cambi di gioco: i centrocampisti di Tuchel, infatti, cambiano spesso lato per isolare gli propri esterni offensivi in situazioni di uno contro uno. La compattezza, quindi, dovrà essere massima e gli scivolamenti laterali rapidi e precisi, al fine di limitare l’attacco dei parigini.
Ma il Napoli può anche trarre a proprio vantaggio alcune situazioni. In campionato il PSG viene difficilmente pressato dai propri avversari, che invece preferiscono rintanarsi nella propria metà-campo per chiudere tutti gli spazi. Questa mancata abitudine a costruire il gioco sotto-pressione può complicare l’inizio azione della squadra di Tuchel, non tanto dal punto di vista tecnico, ma più da quello delle trame di gioco.
Con il Liverpool il possesso palla basso dei francesi è stato sempre pulito ma infruttuoso e se il Napoli riuscisse a mettere in campo l’intensità vista al San Paolo contro i “Reds”, ci sono ottime possibilità di limitare nuovamente la pericolosità dei francesi. I tre giocatori che di solito cominciano l’azione – difficile che Tuchel ne abbassi addirittura quattro, visto che il Napoli schiera due attaccanti – a volte sono troppo stretti e quindi più facili da pressare.
Da verificare invece le contromosse di Ancelotti di fronte al pressing avversario, che avviene quasi sempre in un 4-3-3, in cui l’attaccante centrale pressa il portatore di palla e i due esterni offensivi bloccano le linee di passaggio verso i compagni. Molto dipenderà dallo schieramento offensivo scelto, ma il ruolo dei terzini potrebbe essere determinante: Mario Rui fu una delle chiavi della vittoria con il Liverpool, così come Alexander-Arnold è stato il giocatore più difficile da gestire per il PSG nella gara inaugurale contro il Liverpool.
In ogni caso, con due allenatori di questo livello, particolarmente abili nell’adattarsi all’avversario, la gara del Parco dei Principi sarà sicuramente ricca di spunti tattici. Gli sviluppi possono essere molteplici, anche perché entrambe le squadre possono cambiare pelle da una fase di gioco all’altra. In uno scenario relativamente incerto, le contromosse saranno più importanti delle mosse iniziali.
Se è vero che il PSG può contare su un maggiore talento complessivo, è anche vero che il Napoli dalla sua ha un allenatore che ha costruito la sua fama proprio grazie alle sue grandi doti di lettura della gara. Come si dice, che vinca il migliore.
Fonte: Sky