Manchester City, Guardiola: “Futuro in Italia? Perché no, c’è talento”
TRENTO – “Johan Cruyff è stata la persona più importante che ho avuto. Ogni giorno con lui si imparava una cosa nuova, spiegava perché si perdeva e vinceva. Ci ha fatto innamorare. Lui ci ha aiutato molto, ci ha aperto gli occhi. E Sacchi è stato molto importante in un paese come l’Italia”. Sono le parole del tecnico del Manchester City Pep Guardiola, intervenuto oggi al Festival dello Sport di Trento.
“TIKI TAKA? DEFINIZIONE CHE NON MI PIACE” – “Come nasce il tiki taka? Non ho inventato niente, le due volte che abbiamo vinto la Champions lo abbiamo fatto con 7 giocatori del settore giovanile, c’è stata una combinazione di stelle, succede solo una volta bella vita – ha detto Guardiola -. Ci siamo trovati giocatori che interpretavano il gioco alla stessa maniera e che lo facevano da tanti anni. La definizione del tiki taka non mi piace. Se dopo 20 anni si parla di questa squadra vuol dire che qualcosa di buono abbiamo lasciato”. Sempre a proposito del suo grande Barcellona: “Messi è un ragazzo perbene, un animale competitivo, feroce, che aiuta i compagni a essere più competitivi, odia perdere e gioca come quando era piccolo”.
“NON SO SE CITY E’ PRONTO PER VINCERE LA CHAMPIONS” – Tornando all’attualità, Guardiola ha raccontato: “Non so se il Manchester City è pronto per vincere la Champions, non abbiamo una storia dietro, non so se è arrivato quel momento. Le favorite sono quelle che hanno una storia più grande, Real Madrid, Barcellona e la Juventus con l’acquisto di Ronaldo ha dato il segnale di volerla, è arrivata in finale due volte. Poi mi auguro che anche noi possiamo essere lì”. “Var in Champions League? Arriverà sicuramente, non so perché ancora non ci sia, ma prima o poi ci sarà”.
“FUTURO IN ITALIA? PERCHE’ NO…” – Capitolo Italia. “All’Italia non manca niente, non bisogna giudicare per un mondiale non disputato. Avete vinto tanto e non per un periodo corto, forse gli altri devono imparare qualcosa – ha detto Guardiola -. Anche difendere bene è un grande talento, l’Italia ha vinto così e anche giocando meglio nel dopo Sacchi. Non si può sempre vincere, a volte si perde. Non credo che non ci sia talento in Italia, ne sono convinto, come allenatore quando incontro le squadre italiane mi fanno soffrire. Per esempio quando vedo il Sassuolo giocare penso a un calcio propositivo”. “Futuro in Italia? Perché no e poi si mangia molto bene qui”, ha concluso il manager spagnolo.
Fonte: Repubblica.it