Un’avventura inglese iniziata come meglio non avrebbe potuto. Maurizio Sarri si gode la sua nuova sfida, Londra e il suo Chelsea. Respira un’aria nuova e al momento è primo in classifica a quota 20 insieme a City e Liverpool. I tifosi dei Blues sono già pazzi di lui e del ‘Sarriball‘: “Mi diverte, ma non sono un frequentatore dei social. Penso che in realtà nemmeno i tifosi del Chelsea conoscano il significato di ciò. Che ridere… a me fa piacere, sono qui da tre mesi, all’inizio è stato difficile. Sono arrivato a metà luglio, i reduci del Mondiale a metà agosto. Subito la tournée in Australia e non c’era molto tempo – ha dichiarato l’ex allenatore del Napoli durante una lunga intervista ai microfoni del Corriere dello Sport -. Pensavo ad una fase di apprendistato più lunga. Mi hanno aiutato gli spagnoli del Chelsea, quelli che parlano la nostra lingua calcistica. E ora ci divertiamo. Ho visto che i meccanismi hanno funzionato da subito e i risultati ci hanno spinto”. La sua giornata tipo a Cobham: “Solitamente faccio dalle 9 alle 19 e due ore di video per i fatti miei. Cobham è un’oasi, ci sono 36 campi: per una questione del terreno e di adattamento dei movimenti ci alleniamo una settimana da una parte e quella dopo dall’altra. Io ho casa a 10’ da qua, ad Effingham. Qua sono immerso nel mio mondo, l’ho conquistato a quasi 60 anni. Devo dire grazie solo a chi mi ha voluto bene, a chi mi ha sopportato e compreso e non a chi ha speculato”. Ha rivitalizzato alcuni giocatori che prima del suo arrivo erano ai margini. Due su tutti: David Luiz e Fabregas: “Luiz è un ragazzo dolcissimo, di una disponibilità esemplare e professionista dentro. Fabregas invece ha una qualità immensa ed è tornato da un infortunio. Sono orgoglioso di averlo con me e ci darà una grossa mano”. E poi c’è Hazard… Che dire su un talento del genere? “Immenso. L’aggettivo rende l’idea della sua classe. Forse nemmeno lui sa quanto e come possa migliorare. Può essere tra i primi tre o quattro in circolazione. Cosa gli manca? Gioca per divertirsi e a volte non si rende conto che bisognerebbe passare dal divertimento al raccolto. Il suo può essere un pregio ma anche un potenziale limite. Le giocate devono fare la fortuna del collettivo e non quella individuale”. Nonostante un contratto in scadenza nel 2020: “Hazard resta qui. Ha speso belle parole per me, non me l’aspettavo”. E chissà che Sarri possa inventarsi un Hazard prima punta, esattamente come Mertens a Napoli: “Ci ho pensato mille volte, sono tentato e magari ci ripenserò. I tempi però non sono maturi e c’è necessità di credere in Giroud e Morata”. Invece sugli obiettivi stagionali: “Se firmerei ora per il secondo posto in Premier e un trionfo in Europa League? No. Sono venuto qua per vincere qualcosa ma non è scontato che accada subito. Intanto tornare in Champions sarebbe un risultato eccellente. Basta guardare Klopp al Liverpool e Pep a Manchester. Ci sono anni di lavoro e di prove continue. Oggi il Chelsea di Sarri è tra il 60 e il 70 per cento ma quanto manca e quanto serve vale doppio”.
La trattativa col Napoli, il talento di Insigne e il rimpianto Higuaín
Non serve nascondersi. La trattativa col Napoli per approdare al Chelsea è stata difficile: “Chiudiamo questo discorso tanto io amerò Napoli e i tifosi del Napoli per tutta la vita. Il nostro è un amore indissolubile. L’altra sera mi sono entusiasmato per Napoli-Liverpool. L’interpretazione del Napoli è stata da grande squadra”. De Laurentiis ha recentemente affermato che è andato via per soldi: “Non voglio parlare di questo, non mi interessa. Penso alle prossime partite. Qui giustamente è importante tutto: Premier, Europa League, Coppa di Lega, FA Cup. Io non posso guardare indietro: Napoli resta sulla mia pelle ma ora basta per favore”. Nel frattempo, anche Sarri si gode un Insigne trascinatore indiscusso: “Il miglior calciatore italiano. Crede in se stesso, ora sempre di più. Si è scrollato di dosso le incertezze e le paturnie di chi deve essere protagonista nella squadra della sua città – continua Sarri -. Era solo questione di tempo e non credo proprio fosse un problema di posizione. Certo, se gioca più vicino alla prima punta inquadra la porta meglio perché ha la classe e i colpi. Lui può fare tutto: io l’avevo pensato trequartista, poi l’ho spostato come esterno. La tattica e la tecnica sono importantissimi, ma poi ci devi mettere sempre qualcosa di tuo. Ora non deve più staccare la spina”. Poi, sugli altri attaccanti avuti a Napoli. Mertens o Milik? “Che domanda è… Mertens inventato prima punta è stato un trionfo. Milik, malgrado tutta la filosofia che è stata fatta e nonostante i due crociati ha segnato 16-17 gol e non gli si poteva chiedere di più”. Su Higuaín: “Mi manca moltissimo. Mi manca perché lui farà gol fino a quando vivrà. È un animale da gol, una macchina infernale. Qualsiasi cosa affermi su Higuaín, vengo equivocato. Ma una cosa la posso dire: Gonzalo è andato via da Napoli presto. Se fosse rimasto anche la stagione successiva penso che… ci sarebbero state le condizioni per vincere. Era entrato in meccanismi fantastici, ci capivamo io e lui e c’era un feeling incredibile coi compagni. Il rimpianto magari resterà”.
La Serie A e il ‘nuovo Sarri’
Maurizio Sarri ha parlato ovviamente anche di Serie A. “La Juve non ha rivali. Già sono in fuga. Quest’anno possono trionfare in Champions, sono due i candidati: loro e il City. Poi bisogna vedere come staranno le spagnole a marzo: oggi un po’ così ma il vento della Champions cambia facilmente”. Sull’Italia di Mancini: “Ci vuole tempo e coraggio”. Invece, riguardo i talenti italiani dopo Insigne: “Stravedo per Bernardeschi. Può diventare presto un autentico fuoriclasse. Insigne, Bernardeschi e… Chiesa al terzo posto. Talento purissimo, generoso, dinamico: ha i colpi del predestinato, basterebbe lavorarci un po’ su per la definitiva consacrazione”. Infine, sul nuovo Sarri e su un ipotetico ritorno in Italia: “Il nuovo Sarri? Giampaolo. Io sono arrivato a quasi sessant’anni, lui è in grado di prendere un altro ascensore con tutto il rispetto per la Samp. Invece direi che un Sarri quarantenne è De Zerbi, anche se è un Sarri più coraggioso di quando Sarri aveva quarant’anni. Complimenti sinceri. Per quanto riguardo un ritorno in Italia posso dire che sono appena arrivato qui, è un sogno. Entro a Stamford Bridge e sento urlare ‘Mauriziooooo’. Un coro, due cori, robe da pizzicotti. Di solito li fanno a chi vince, io cosa ho vinto? Non potevo crederci”.
Fonte: Sky