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L’attesa per il debutto di Ayton in pre-season

Il debutto ufficiale è distante ancora un paio di settimane, ma la pre-season permette di dare una prima occhiata ai protagonisti più attesi della prossima stagione. E la prima scelta assoluta del Draft ha sempre un’attrattiva particolare nei confronti tanto dei suoi tifosi (che si aspettano di vedere un giocatore trascinante per le proprie fortune) quanto per gli appassionati di NBA (che hanno voglia di scoprire una nuova stella). Anche Deandre Ayton non fa eccezione a questa regola: la prima scelta assoluta dei Phoenix Suns è attesa al debutto in pre-season stanotte contro i Sacramento Kings della seconda scelta Marvin Bagley III. Ma al di là del debutto in sé e per sé, quello che interessa ai Suns è vedere se il lavoro fatto in questa prima settimana di training camp ha dato i suoi frutti, specialmente nella metà campo difensiva. Se l’attacco è necessariamente un “work in progress” (complice l’assenza per un’infortunio alla mano di Devin Booker, attorno al quale girerà tutto il sistema di Phoenix), è sulla difesa che il nuovo allenatore Igor Kokoskov ha concentrato la maggior parte delle sue energie — lavorando in particolare con Ayton.

Il lavoro su Ayton e gli insegnamenti di Chandler

Un lavoro quantomai necessario, visto che i Suns nella scorsa stagione hanno chiuso con la peggior difesa di tutta la lega. Stando a quanto detto da Kokoskov, Ayton “deve essere il nostro coordinatore difensivo. Glielo ho detto anche ieri: dobbiamo sacrificarci. Il training camp esiste proprio per questo: allenarsi per cinque-sei ore per poi cominciare a dominare in campo. Quando succede, è una cosa bellissima in qualsiasi professione”. Per aiutare il rookie — che al college non era certamente famoso per i suoi fondamentali difensivi, tutt’altro — nella transizione al mondo della NBA ci sarà al suo fianco un veterano di livello assoluto come Tyson Chandler, uno che conosce tutti i trucchi per chiudere a doppia mandata qualsiasi area (anche se ora non è . E il concetto fondamentale da passare a Ayton è uno: comunicare. “Deve parlare un sacco e comandare rispetto là sotto” ha sentenziato il campione NBA 2011 con i Dallas Mavericks. “In questa lega, tutti devono sapere cosa stanno facendo. Noi, essendo i lunghi, dobbiamo essere l’ultima linea di difesa: dobbiamo orchestrare sostanzialmente tutta la squadra. Io lo sto aiutando a trovare la sua voce”. 

Kokoskov: “Prima di essere vocali, bisogna capire i concetti”

Non che il rookie abbia una vocina stridula: il suo corpaccione di 213 centimetri per 125 chili di muscoli è abbinato a una voce profonda e rumorosa, anche se il suo impatto difensivo non è lontanamente all’altezza di quello che potrebbe fare. In queste settimane sta però cercando di capire i rudimenti della regola della verticalità e di cosa è permesso fare con le mani per spingere gli avversari, oltre ovviamente a parlare per poter essere “gli occhi delle mie guardie e delle mie ali”, per usare le parole del centro bahamense. Parlare tanto, però, non basta, almeno stando al suo nuovo allenatore: “Per prima cosa bisogna capire i concetti: una volta processati quelli per analizzare la situazione, allora sì che puoi essere vocale”. Come a dire: non serve a nulla gridare se non hai capito cosa sta succedendo. Anche da queste piccole-grandi cose passa lo sviluppo di una prima scelta assoluta.

Fonte: Sky

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