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John Wall: “Obiettivi? 50 vittorie e finale a Est”

John Wall è stato prima scelta assoluta al Draft 2010, MVP al rookie challenge l’anno dopo durante il weekend delle stelle e poi cinque volte All-Star. Eppure, come succede a tutti i campioni che vivono per la competizione, una cosa in estate non gli è andata giù: la point guard degli Wizards è stato declassato in 32^ posizione nel ranking dei giocatori NBA redatto da ESPN. “Per questo ho definito quest’estate ‘L’estate della separazione’. Devo separarmi dal resto della competizione – ha raccontato in una bella intervista al sito The Athletic – far capire la differenza che c’è tra me e gli altri”, dice Wall. Che simili a sé proprio non riesce a trovare nessun altro giocatore nella lega: “In un’epoca in cui tutti vengono paragonati a tutti, io sono orgoglioso di sentirmi il primo e unico John Wall”. Che al via della stagione 2018-19 ha un obiettivo molto chiaro in testa, per lui e per i suoi Wizards: “Voglio almeno 50 vittorie e uno dei primi due posti nella Eastern Conference: voglio raggiungere almeno la finale a Est”. Non parla di titolo l’ex giocatore di Kentucky, e non a caso: “Certo, l’obiettivo finale della mia carriera è quello: da ragazzino sognavo di giocare anche solo una partita nella NBA; poi sono scelto al Draft, sono diventato il simbolo di una franchigia, non potrei veramente chiedere di più. Sento di aver centrato ogni obiettivo che potevo avere, tranne quello di mettermi al dito un anello. Ma non considererò questo campionato un fallimento se non dovessimo vincere il titolo, perché per vincerlo c’è bisogno di fare un passo alla volta e noi alcuni step dobbiamo ancora compierli. Per questo prima voglio concentrarmi sull’arrivare in finale di conference, e provare a vincerla”. Per farlo gli Wizards in estate hanno detto addio a Marcin Gortat rimpiazzandolo con Dwight Howard, una mossa che ha fatto molto discutere per via della reputazione piuttosto sospetta – soprattutto fuori dal campo – del giocatore conosciuto come “Superman”. “Non voglio credere a quello che si dice in giro, il mio approccio è sempre quello di scoprire di persona come sono le persone. E Dwight mi ha promesso di voler cambiare questa sua reputazione, quella di essere sempre un giocherellone, uno che non prende sul serio la pallacanestro, perché è il primo a non esserne contento. Perfetto, ora me lo deve dimostrare”.

Fonte: Sky

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