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Remember me, la pennellata di Cavani al Cesena

Molto della bellezza di un gol sta nella sua capacità di sorprendere lo spettatore. Chi guarda si aspetta una certa cosa, solitamente ordinaria, chi gioca ne fa un’altra, geniale, estemporanea, totalmente inaspettata. È la scelta che fa la differenza. Tra buoni giocatori e campioni. Ma anche tra giocatori e spettatori comodamente seduti in poltrona e con la critica facile ad ogni passaggio (grande classico il “Ma cosa fai??”: si ritorna sempre lì, è tutta una questione di scelte). Il campo come il palcoscenico, il tifoso in platea: se la mettiamo così, il campione è quell’attore che riesce a stupire.

Quel giorno Edinson Cavani fece proprio questo: stupì. Perché quando una squadra corre in campo aperto in contropiede e chi porta palla lungo il corridoio centrale poi la scarica alla sua sinistra giunto al limite dell’area, da chi la riceve ci si aspetta stop e rasoterra incrociato, al massimo che si avvicini ancora un po’ al portiere per poterlo bucare con più facilità. Di certo non la conclusione di prima intenzione, a pallonetto, con palla che gira sotto l’incrocio più lontano. Questo è il genio: il materializzarsi improvviso della soluzione inaspettata, del pensiero laterale. E il genio strappa sempre applausi.

Continuità

C’è una morbida continuità in quel gol di Cavani, che un banalissimo stop-e-tiro avrebbe spezzato, facendo finire la rete nel dimenticatoio. La palla portata su per il campo dal Pocho Lavezzi viene smistata a sinistra per il compagno accorrente e da lì, senza nemmeno che rallenti, cambia semplicemente traiettoria alzandosi in volo sopra al portiere, in un continuum. Così come è fluidissimo il gesto di Cavani: quasi impossibile separare la sua corsa prima del tocco magico da quella che lo segue, che poi si trasforma in esultanza. Lo stacco è minimo, visibile giusto perché il Matador cambia leggermente la postura per impattare con l’interno destro un pallone che gli arriva da destra, e allora deve ruotare il busto quel tanto che basta a regalare il giusto spin alla sfera. Per il resto, è una corsa unica, una cosa unica.

Fonte: Sky

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