Semplici: “La mia Spal, bella con pochi soldi”
Un passo alla volta, con lo sguardo sempre proiettato verso l’alto. Dal campionato di Eccellenza fino alla serie A, step by step per raggiungere l’élite di un mondo che Leonardo Semplici ha sempre ammirato con fascino e trasporto. Dal campo di San Gimignano fino al Meazza e all’Allianz Stadium, l’allenatore toscano ci ha sempre creduto, centrando via via ogni proprio obiettivo: “La gavetta l’ho fatta e ho vinto subito – le parole di Semplici alla Gazzetta dello Sport – ogni anni ho sempre cercato di crescere. Dopo aver vinto l’Eccellenza, il mio pensiero si è subito proiettato verso la D e così via. Con orgoglio posso dire oggi di essere arrivato fino alla serie A vincendo in ogni categoria. Non vado di moda? Vero, ma conta secondo me sia il fatto di non aver avuto una grande carriera da allenatore sia il mio cognome, che non è di quelli importanti. L’unico che devo ringraziare nella mia vita è babbo Silvano, mi ha permesso di cominciare ad allenare conservando il posto di lavoro. Facevo l’agente di commercio ma non era il mio mestiere. Però ho imparato cose che poi mi sono servite nel calcio. Da agente di commercio ho dovuto andare oltre il mio carattere introverso, dovevo presentare in maniera accattivante il mio prodotto, proprio come fanno gli allenatori”.
Un miracolo chiamato Spal
Semplici non è tipo da nascondersi, lui ama il calcio e ogni sua sfaccettatura, la sua Spal ne è la prova: “Questo è un gruppo che è cresciuto tantissimo dopo il primo anno di Serie A, il nostro budget è il penultimo del campionato ma sappiamo scegliere bene i giocatori giusti. Petagna? Dicono che segni poco, ma secondo me può arrivare a 12-15 gol. Anzi, deve arrivarci se vogliamo sviluppare bene il nostro progetto. Lui ha scommesso su di noi, non era facile lasciare l’Atalanta per la Spal. Obiettivi non me ne pongo, ma vorrei che diventassimo il nuovo Chievo, riuscendo a rimanere per molti anni in serie A, magari un giorno arrivare anche alle spalle delle grandi come successe ai gialloblu di Delneri. Nonostante il secondo posto rimaniamo con i piedi per terra, pensi che lo abbiamo festeggiato mangiando una pizza. Lazzari? Non avrei mai pensato di ritrovarlo in ritiro, ero convinto che una delle grandi lo avrebbe acquistato. Forse non è partito perché era ‘solo’ un giocatore della Spal, ma adesso che è finito nel giro della Nazionale di Mancini sarà tutta un’altra storia, a giugno andrà certamente via”.
Fonte: SkySport