Riccardo Cucchi, la voce che ha accompagnato un’intera generazione
Il 6 Settembre è uscito Radiogol il nuovo libro del leggendario radiocronista
1) Come nasce l’idea di scrivere un libro?
Nasce da un atto d’ amore nei confronti della radio e del calcio, dalla voglia di condividere, ancora, emozioni e parole. Questa volta non attraverso un microfono, ma sulla carta. Parole che non fuggono dopo essere state pronunciate, ma rimangono al loro posto.
2) Radiogol trasmette molte emozioni, ti chiedo le tue sensazioni durante la stesura del libro;
Scrivere è cercare. Cercare tra i ricordi ma anche dentro di noi. Radiogol è un libro emotivo, fatto di racconti dove i personaggi, le storie e le partite non sono inventate, ma vere.
3) Hai lasciato le radiocronache quando hai ritenuto opportuno, ti manca la radio?
Ho lasciato un attimo prima. Credo sia giusto chiudere quando si è ancora in forma e non cercando di sopravvivere a se stessi. Il nostro è un servizio. Gli ascoltatori devono avere il meglio. Ero un ascoltatore della radio che sognava di essere radiocronista. Ho realizzato un sogno. Ora torno ascoltatore.
4) A proposito di radio, oggi con lo spezzatino dettato dalle televisioni quanto toglie al nostro mezzo di comunicazione preferito?
Per fortuna poco. Chi non può o non vuole pagare la tv, ha la radio che continua a raccontare tutto.
5) Oggi sceglieresti comunque di fare il radiocronista?
Assolutamente. Di più dopo aver sperimentato un anno di tv alla Domenica Sportiva. Esperienza interessante. Ma preferisco la radio.
6) Un ricordo a cui sei più legato?
La notte di Berlino, quella finale mondiale, quel rigore di Grosso. Un’ emozione travolgente che ho cercato anche di raccontare in Radiogol.
7) Nel libro si parla anche di scherma. C’è uno sport che ti piace, ma che non sei mai riuscito a seguire?
Il ciclismo. Ho avuto una sola esperienza, un Giro di Calabria molti anni fa. È uno sport che mi appassiona. E le biciclette mi affascinano. Ne ho due: una da strada e MTB.
8) Nel libro, come è giusto, riporti anche qualche messaggio degli ascoltatori. Il tuo rapporto con il pubblico?
Di grande rispetto. Ho voluto rispettare la passione di tutti ed essere un testimone leale di ciò che vedevo e raccontavo. Chi ascolta la radio non vede. Deve fidarsi di chi parla. E questa fiducia va conquistata.
9) La tua partita dei sogni?
Quella che ho vissuto a Manchester: la finale di Champions tutta italiana tra Juventus e Milan. Nel ” Teatro dei sogni” l’ Old Trafford. Una finale storica, al di là del risultato che premiò il Milan. Il calcio italiano dominava in Europa. È successo davvero, anche se oggi sembra un sogno.
10) Qual è il giocatore che hai amato di più?
Diego Armando Maradona. Raccontarlo è stata pura emozione. Maradona era il calcio.