Le lacrime, CR7 a metà tra “bambino” e “divinità”
Nelle librerie italiane è in vendita la sua biografia, dove tocca tante corde della vita del portoghese fino a riuscire anche a inquadrare perfettamente il più recente momento clou della sua storia: l’espulsione del Mestalla: “Non è una reazione nomale – continua Balague – capita a tutti di essere espulsi ma nessuno piange, ma ciò che è ancor più affascinante è la psicologia del suo pianto”. Alla base? La natura dei calciatori: “L’industria del calcio non vuole che i giocatori crescano come adulti, preferisce che restino dei bambini, perché così è più facile lavorare con loro, e talvolta manipolarli. Sono dei bambini con solo l’apparenza di adulti”. E poi l’altro aspetto, quello della venerazione del fuoriclasse: “Tutti trattano CR7 in modo diverso, quasi come fosse dio, ma c’è una sostanziale differenza: un dio castiga e nessuno lo punisce. E lui, quando è stato espulso, ha avuto così questa grande sensazione di ingiustizia. A uno come Cristiano non si può andare a dire che ha fatto qualcosa di sbagliato, e qui ci si ricollega anche al suo essere ‘bambino’. È come quando il piccolo viene punito dalla mamma e spedito in camera sua: in quelle lacrime di Ronaldo si è vista tutta la sua frustrazione”.
Fonte: SkySport