Due retrocessioni possono bastare, ecco perché il Sunderland ha deciso di dare un taglio con il passato. Dopo dieci stagioni consecutive in Premier League, annate sofferte ma affrontate con l’orgoglio che ha riservato solo salvezze, i Black Cats hanno vissuto un biennio tremendo che li ha visti sprofondare nella League One ovvero l’equivalente della nostra Serie C. Prima la bocciatura targata 2016/17 con Moyes in panchina e l’ultimo posto a quota 24 punti, poi un’altra caduta dalla Championship sul fondo della classifica e una crisi senza fine: solo 37 punti all’attivo, 80 reti incassate e tre allenatori transitati senza successo sulla panchina biancorossa. Nemmeno Chris Coleman, manager dei miracoli con il Galles a Euro 2016, era riuscito a raddrizzare una situazione senza vie di fuga. Lo Stadium of Light è tornato quindi d’attualità in terza divisione a trent’anni di distanza dall’ultima volta, caduta libera che ha scatenato tutta l’ironia dei tifosi del Newcastle, acerrimi rivali nel Tyne–Wear derby. Da qui la nomina di un nuovo allenatore (Jack Ross), il ricorso al mercato (Wyke e Baldwin su tutti) ma soprattutto l’ingresso in società di un nuovo co-proprietario dalla parabola “stupefacente”.
Fonte: Sky