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Il nuovo Napoli di Ancelotti riparte da Sarri

“Qui per perfezionare il grande lavoro di Maurizio Sarri. Se pensavo di fare peggio restavo a casa”. Stima e rispetto, sicuramente. Ma uno dal palmares di Carlo Ancelotti non può certo limitarsi a un copia incolla dell’allenatore che l’ha preceduto. “Non toglierò nulla a quanto fatto negli anni precedenti”. Vero, e lo dice anche Carlo stesso a Sky Sport dopo la partita. “Perché qualcosa di importante è stato fatto”. Ma vero è anche che le sue prime mosse iniziano già a vedersi, e già dalla prima giornata: in una simbiosi del vecchio col nuovo. Due i cambiamenti più lampanti, uniti ai tanti i tratti di continuità. Innanzitutto gli uomini e la loro disposizione. Senza Jorginho, partito per Londra proprio per seguire il “maestro” Sarri, lì in mezzo c’era una casella vuota. Il prescelto? L’uomo che voleva partire e che poi è rimasto. Capitano, bandiera e ora anche regista, di quelli che a un produttore cinematografico come Aurelio De Laurentiis potrebbero piacere molto. Marek Hamsik. Davanti alla difesa: “Ha le caratteristiche per giocare lì, perché ha qualità, intelligenza e buona visione di gioco” – dice sempre Ancelotti. Poi è tutta una questione di equilibrio, “collettivo”. Come il suo Milan aveva Gattuso e Ambrosini a “scudo” di Pirlo, il suo nuovo Napoli ha Allan (titolarissimo di Sarri) e Zielinski (il suo tredicesimo). Poi la punta: fuori Mertens, dentro Milik. Al centro dell’attacco l’attaccante. Nell’attesa di trovare un loro dualismo che potrebbe far svoltare la stagione, la partita del polacco parla da sola: un gol, uno annullato, 4 tiri, 2 nello specchio, 38 tocchi, 88% passaggi riusciti. In una sentenza: il 99 al centro del progetto, può essere lui l’uomo in più del suo Napoli?

Fonte: SkySport

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