Botta e risposta
In passato qualche altro scontro verbale a distanza c’era però già stato tra Mario Balotelli e Matteo Salvini, due in realtà calcisticamente accomunati dalla stessa fede, quella milanista. Era lo scorso giugno quando, col tema Ius Soli sempre caldo, Balotelli parlò del suo passato personale: “Fu un momento durissimo per me. E in questo senso vorrei fare un piccolo appello. Io sono nato in Italia, ho vissuto in Italia, avevo studiato in Italia e il fatto di non esser considerato italiano fino a 18 anni ha rappresentato la parte peggiore della mia vita. E in questo senso la legge italiana dovrebbe fare qualcosa”. Salvini rispose a tono, sempre però senza fomentare eccessivamente la polemica: “Caro Mario, lo “Ius Soli” non è la priorità mia, né degli italiani – postato su Twitter -. Buon lavoro, e divertiti, dietro al pallone”. Quasi a voler tenere separati i due rispettivi ambiti professionali. Poi quel commento che ha scatenato la recente reazione Instagram di Balotelli in tema capitano della nazionale. “Il capitano deve essere rappresentativo e deve giocare bene a pallone, non deve essere bianco, giallo o verde — disse sempre a giugno scorso Salvini ai microfoni di Rtl 102.5 -. Spero che l’allenatore sceglierà il capitano non per motivi sociologici, filosofici e antropologici, ma perché è un ragazzo che fa spogliatoio. Magari Balotelli mi stupirà, ma negli anni passati non mi è sembrata una persona umile in grado di mettere d’accordo tutti”.
Fonte: SkySport