Meglio puntare su una squadra giovane e di talento o su una più esperta? La verità, come spesso accade, probabilmente sta nel mezzo. Molto dipende poi dagli obiettivi che ognuno vuole inseguire: per vincere lo scudetto affidarsi a una rosa eccessivamente ‘piccola’ può essere infatti sconveniente, mentre al contrario può rappresentare la giusta soluzione per un club che punta a entrare in Europa e magari costruire il proprio mercato con il trading e le plusvalenze. L’usato sicuro può invece essere l’idea migliore per centrare la salvezza. Non è un caso, in tal senso, trovare quindi in fondo alla classifica tra le squadre con l’età media più alta il Parma, una neopromossa con l’obiettivo di rimanere nella massima serie. 29.64 l’età media degli emiliani, un alto tasso di esperienza che ha permesso di compiere nel minor tempo possibile il grande salto dalla D alla A e che ora dovrà bastare per evitare la retrocessione. Con i veterani poi ha costruito il suo lungo percorso di permanenza ad alti livelli in questi ultimi anni anche il Chievo, a partire dal portiere Sorrentino per arrivare all’attaccante Pellissier. Una strategia che ha spesso pagato bene anche contro le big del campionato, maggiormente in difficoltà rispetto ad altri occasioni nel battere una squadra inferiore. E a proposito di big, ecco che tra le squadre più vecchie fa il suo ingresso la Juve, salita con questo mercato ancora in fase di evoluzione a 28.45 anni di media. Le operazioni estive effettuate dai bianconeri mostrano chiaramente l’intento della dirigenza: farcire la squadra di giocatori forti e già pronti per puntare all’obiettivo massimo, la Champions. Ecco perché Marotta ha preferito rischiare l’affare Cristiano Ronaldo e soprattutto si è ripreso Bonucci, 31 anni compiuti a maggio, pur rinunciando a un giovane di grande prospettiva come Caldara. A seguire c’è un’altra neopromossa, il Frosinone, il Genoa e poi le due romane. I giallorossi, nonostante una forte campagna di ringiovanimento, restano tra le formazioni più anziane del nostro campionato con un’età media di 27.82 anni. Ogni reparto ha il suo leader, da De Rossi a Dzeko, attorniato poi da giovani di qualità che da piccoli talenti sperano di trasformarsi in potenziali campioni. Anche la Lazio utilizza la stessa tecnica, con Simone Inzaghi che si è contraddistinto nell’ultimo biennio per aver lanciato molti ragazzi della Primavera. La ‘via di mezzo’ è invece la strada utilizzata dall’Inter: una squadra forte e di prospettiva, come testimoniato dall’investimento per Lautaro Martinez, oltre che di esperienza e affidabilità, arricchita dall’arrivo a parametro zero di Asamoah per un’età media di 27.36 anni.
Fonte: SkySport