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La rapida ascesa di Kepa fino al Chelsea

A voler cercare a tutti costi una relazione tra le parabole diversissime di Maurizio Sarri e Kepa Arrizabalaga, che si incontrano al Chelsea seguendo le vie infinite del calciomercato, si potrebbe citare il fatto curioso che in basco “sarri” vuol dire “spesso”, nel senso di avverbio di tempo. Com’è facile intuire, quindi, “sarri” è una parola piuttosto diffusa a Bilbao e a Ondarroa, dov’è nato Kepa, ed è anche contenuta nel titolo della popolarissima canzone del gruppo ska Kortatu “Sarri sarri”, che parla della fuga dal carcere di due membri dell’Eta dopo un concerto del cantante Imanol Larzabal.

Se togliamo questa curiosa coincidenza, però, fino a pochi giorni fa nessuno si sarebbe aspettato un investimento massiccio del Chelsea su un portiere così giovane e ancora poco conosciuto. Kepa, dopo essere stato acquistato dal club londinese per 80 milioni di euro, è diventato a sorpresa il portiere più costoso della storia del calcio, sbriciolando il precedente record di Alisson, passato solo poche settimane fa dalla Roma al Liverpool per una cifra intorno ai 70 milioni di euro. D’altra parte, l’ascesa di Kepa verso il calcio d’élite è stata fulminea e sorprendente fin dall’inizio della sua carriera.

Ascesa irrisestibile

Nell’estate del 2016 Kepa Arrizabalaga ha quasi 22 anni ed è ancora il terzo portiere dell’Athletic Bilbao. Indossa addirittura la maglia numero 26, numero riservato al primo giocatore fuori dalla prima squadra (nella Liga c’è ancora la numerazione fissa dall’1 al 25 per i giocatori della prima squadra). Il titolare è il vecchio Gorka Iraizoz e il suo vice, in teoria, l’eterno dodicesimo Iago Herrerin: per il giovane portiere di Ondarroa, cittadina sulla costa vizcaina celebre per lo strampalato accento (basco, ovviamente) dei suoi abitanti, fin lì un paio di stagioni in prestito in Segunda Division, alla Ponferradina e al Valladolid. È titolare inamovibile, invece, dell’Under 21 spagnola, dopo essere stato campione d’Europa nel 2012 con l’Under 19 assieme a Suso, Paco Alcacer e Denis Suarez, con due rigori parati su quattro in semifinale contro la Francia (a Umtiti e Kondogbia).

Alla fine di quell’estate, però, il caso aggiusta la mira: il Leganes si trova con quasi tutti i suoi portieri infortunati a mercato chiuso, ed eccezionalmente ai “Pepineros” viene concesso un acquisto in prestito: la scelta cade proprio su Herrerin, che così lascia il posto, almeno in panchina, a Kepa, che con un colpo di fortuna diventa il nuovo dodicesimo dell’Athletic Bilbao, dove tra l’altro Valverde è solito far ruotare molto i primi due portieri.

L’11 settembre del 2016, quindi, arriva del tutto a sorpresa il debutto nella Liga contro il Deportivo La Coruna, in cui riesce subito a tenere la porta inviolata alla luce della vittoria per 1-0 (a fine stagione le clean sheet saranno 8). Nonostante diversi guai fisici, quell’esordio segna l’inizio della titolarità di Kepa tra i pali dell’Athletic e contemporaneamente il tramonto della lunga carriera di Iraizoz (che finirà al Girona in estate a scadenza di contratto).

Fonte: Sky

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