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Griezmann torna da campione nella sua Mâcon

Il 16 maggio l’Europa League a Lione, il 15 luglio il Mondiale a Mosca. Per Antoine Griezmann è stato un anno magico che potrebbe rivelarsi indimenticabile – semmai non lo fosse già – con la conquista del Pallone d’oro. Le petit diable non solo ha messo in bacheca la due coppe, ma è stato uno degli artefici principali del trionfo finale, a suon di gol, assist e grandi giocate. Con la maglia dell’Atletico Madrid un’ulteriore motivazione per arrivare in fondo alla competizione gliel’ha fornita la sede della finalissima, quella Lione tanto vicina al suo paese natale, Mâcon, a cui però non è riuscito a far visita dopo la vittoria sul Marsiglia a causa dell’imminente inizio del ritiro Mondiale. Così è subito volato in Russia con i Bleus con la promessa fatta a se stesso di far ritorno a casa solo con la Coppa del Mondo tra le mani. E così è stato. Griezmann venerdì ha infatti fatto un breve viaggio tra le sue origini ed è stato accolto trionfante, come un re, dal suo popolo, dalla gente di quel piccole comune nell’est della Francia. Oltre 2 mila persone si sono radunate nella piazza principale per omaggiare e ringraziare il loro idolo, trascinatore della Nazionale di Deschamps al secondo titolo dopo quello del 1998, con un grande striscione: “Merci Antoine” e tanti bambini a celebrare il successo con la maglia numero 7. Griezmann si è affacciato, in compagnia della moglie e della figlia, dal balcone principale del Comune e con la Coppa in mano ha ringraziato tutti per l’affetto e dato il via ai festeggiamenti a base di musica e … Fortnite. Non poteva mancare infatti la tipica esultanza con la quale il folletto francese ha accompagnato quasi ogni gol firmato in quest’annata meravigliosa e ha invitato tutto il pubblico a emulare insieme a lui l’emote di ‘Take the L’. Un clima di festa sicuramente non paragonabile ai 500 mila francesi che hanno affollato la capitale, Parigi, e in particolare gli Champs-Élysées, ma l’attaccante Colchoneros non poteva desiderare comunque un regalo migliore: ricevere l’abbraccio più caloroso della sua gente, la prima a credere nel suo enorme talento.

Fonte: SkySport

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