Quasi amici, Titì sfida Didì e la sua Francia
Per la Francia Titì ha fatto di tutto. Giocato, sudato, segnato, alzato trofei e imbrogliato. Sì, per la sua nazione e per un Mondiale. Novembre 2009, lo spareggio Francia-Irlanda è un’Italia-Svezia che finirà bene per i galletti francesi. 1-0 Blues all’andata, 1-0 per gli irlandesi del Trap al ritorno. E nei supplementari è il tocco galeotto di mano di Henry che permette il gol Mondiale a Gallas. “Sarebbe stato giusto rigiocarla. Meritavano loro. Sono imbarazzato per il mio gesto”. Da signore, fuori e dentro il campo quale è sempre stato. Re della nazionale francese, con 51 gol miglior marcatore di sempre, in 123 partite. Debutto nel 1997, subito Mondiale e subito coppa alzata sotto il cielo di Saint-Denis, non prima del suo capitano Deschamps. Tre gol nelle prime due, salvo una finale vista per novanta minuti dalla panchina, da appena ventunenne. Poi l’Europeo del 2000, tre gol in cinque partite e altra favola tricolore. Suona la Marsigliese, il capitano Didier alza un altro trofeo e la Francia è ancora campione. Come mai da quel momento in poi e come Henry spera anche nel Mondiale di Russia. Sì, Titì tiferà contro la sua nazionale e per il Belgio, i vicini di casa sulla cartina dell’Europa. Dal 2016 Henry è nello staff di Martinez: “Io allenatore? Un giorno vedremo. Per il momento imparo e lavoro qui” – disse al tempo della presentazione. Una stretta di mano e tanta strada, fino alla prima semifinale dal 1986. Seconda in tutta la storia. Una squadra rock’n’roll che diverte e segna tante reti, 14 fin qui. E i meriti sono anche suoi.
Fonte: SkySport