Le operazioni di salvataggio
I soccorritori hanno avuto un contatto con i dispersi dopo aver stabilito una base all’interno del complesso reticolato di grotte sotterranee. Nei giorni scorsi anche Papa Francesco aveva ricordato la tragica vicenda dei ragazzini e pregato per loro. I dispersi, tutti tra gli 11 e i 16 anni, si erano avventurati nella grotta di Tham Luang, a nord della Thailandia, al confine con la Birmania e il Laos, la sera del 23 giugno, dopo l’allenamento. Ma sono stati bloccati dalle forti piogge monsoniche. I sommozzatori sono avanzati ulteriormente verso il luogo dove si trovava il gruppo grazie a delle bombole di ossigeno piazzate lungo le pareti del tunnel. In questo modo i sub, costretti ad avanzare nei canali melmosi, praticamente senza visibilità, sono riusciti a restare all’interno più a lungo. “Non ci fermeremo fino a quando non li avremo trovati”, aveva dichiarato l’ammiraglio Apakorn Yookongkaew. Oltre ai mille militari impegnati nelle ricerche, si erano aggiunte squadre di esperti stranieri, tra cui 30 soldati americani. Nei giorni scorsi la polizia aveva fatto cadere, da un pozzo scavato nel fianco della montagna, pacchetti di sussistenza nelle grotte, con cibo, bevande, un telefono, una torcia, candele, un accendino e una mappa delle caverne.
Fonte: Sky