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Kolarov: “Io in fuga dalle bombe, sognando Miha”

Scappato dalle bombe, per essere come Miha. La Serbia nel cuore, una guerra e l’orgoglio di mamma e papà. Kolarov gol, subito. Contro la Costa Rica e su una punizione perfetta di cui uno come Sinisa ne andrebbe fiero. Poi la frenata Svizzera e la mission impossible chiamata Brasile per raggiungere gli ottavi: “Ricordo ancora il dolore di essere usciti nei gruppi otto anni fa, e non voglio provare le stesse sensazioni”. Parola sua, Aleksandar Kolarov, che al The Players’ Tribune racconta la sua vita, da bambino. Classe 1985, con una guerra scoppiata nel 1991 in Jugoslavia quando lui di anni ne aveva appena sei. Lì l’ha conosciuta, terribile: “Ci volle il rumore della prima bomba per farmi capire in quale inferno eravamo capitati – racconta lui -. Ero seduto davanti alla tv insieme a mio fratello e mia madre, che stava guardando una soap spagnola, la sua preferita, non si perdeva nemmeno una puntata”. Poi lo stop alle trasmissioni, e l’annuncio che Belgrado era stata bombardata. “Pensare che quando scoppiò il conflitto ero felice, perché non capivo cosa stesse accadendo. Per me voleva semplicemente dire che non sarei andato a scuola e che potevo passare tutto il tempo a giocare a calcio con i miei amici”. Il primo pensiero di un bimbo. Troppo piccolo per capire ma cresciuto sicuramente presto, come quando insieme proprio ai suoi amici vide tutte quelle esplosioni: “Stiamo giocando. Poi sentiamo i boati, abbandoniamo le bici e iniziamo a correre verso casa con il cuore che accelera fino quasi a esplodere. E mentre noi scappiamo, vediamo in cielo un aereo in fiamme precipitare”.

Fonte: SkySport

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