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“Questo è matto”. Storia del cambio più discusso

Pochi attimi per decidere

Ma proviamo a contestualizzare, metti caso che salti fuori che l’Arrigo aveva ragione. È il 23 giugno 1994, si gioca il Mondiale americano e la Nazionale ha già esordito come peggio non si poteva: sconfitta, 0-1, contro l’Eire. Baggio? Un fantasma, altro che trascinatore. Ma anche Sacchi, dicono, ci ha messo del suo: con la storia della sovranità dello schema e dei singoli al servizio del gruppo, ha piazzato il capocannoniere della Serie A Beppe Signori a fare il tornante a sinistra e non è ancora riuscito a trasferire un briciolo della sua scienza a quello che sembra un gruppo di campioni sì, ma confusi e spaesati.

Con delle premesse del genere la seconda partita, già fondamentale o quasi per non tornare subito a casa, diventa un ostacolo in apparenza insormontabile, anche perché di fronte agli Azzurri ci sono i giganteschi norvegesi. E come se non avesse già abbastanza problemi, l’Italia va a complicarsi la vita dopo appena 21’: Benarrivo sbaglia il fuorigioco – errore imperdonabile, nella classe di Sacchi – e spiana a Leonhardsen la strada verso Pagliuca, il portiere azzurro esce dall’area in scivolata e il tiro gli rimpalla su un mano. Espulsione. Eccoci dunque ai famosi istanti in cui Arrigo Sacchi deve mettere in moto il più rapidamente possibile le sue celluline grigie alla ricerca di una soluzione. Non lo invidiamo per niente, ma lui prende la decisione più impopolare che si possa prendere. Com’è che lo chiamavano? Ah, sì: il matto di Fusignano.

Fonte: Sky

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