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Argentina-Croazia: l’ultima spiaggia di Sampaoli?

La situazione nel gruppo D alla vigilia di Argentina-Croazia.

Anche l’altra nave, quella di Sampaoli, è in mezzo alle onde. In questi giorni si cerca di intuire chi possa uscire dalla formazione titolare in tutti i modi, anche monitorando i messaggi malinconici su Instagram di Rojo e Di María. E, a differenza della Croazia, la gara di esordio ha disseminato diverse incertezze su quale possa essere l’undici migliore argentino.

Al di là della tenuta difensiva, Salvio (partito titolare come esterno basso a destra contro l’Islanda) è un’ala poco associativa e troppo individuale per svolgere il ruolo di esterno a tutta fascia per come lo intende Sampaoli. L’asse centrale Mascherano-Biglia, cerniera del meccanismo che ruota di continuo l’assetto difensivo, appare abbastanza consumato, inadatto ai ritmi alti che l’Argentina sembrava promettere. Sempre alla ricerca di una maggiore brillantezza offensiva, potrebbe essere sacrificato anche Di María, zero dribbling tentati e 38% di precisione nei cross contro l’Islanda.

Dalla capacità dell’Argentina di attaccare con fluidità, cercando con più coraggio la giocata decisiva in zone centrali della trequarti, dipenderanno gran parte degli equilibri della partita.

L’Argentina avrà più spazi contro la Croazia?

La Croazia non dovrebbe avere nelle corde, o nelle proprie intenzioni, una prestazione di abnegazione e tenacia come quella sfoderata dall’Islanda, pur trattandosi di una squadra molto attenta e compatta in fase difensiva. L’Argentina dovrebbe poter trovare la Croazia scoperta in qualche occasione, per giocare le ripartenze verticali che sono il marchio di fabbrica di Sampaoli. Va detto anche che pur con tutte le difficoltà dovute alla difesa islandese, l’Argentina nella sua gara d’esordio è stata comunque illuminata da alcuni momenti di brillantezza: il gol meraviglioso di Agüero, i dribbling in controtempo di Messi, l’ingresso arrembante di Pavón.

La difesa della Croazia può contare sull’efficacia della coppia di centrali di difesa, che contro la Nigeria, al cospetto di un centravanti abbastanza statico come Ighalo se l’è cavata egregiamente. Come da manuale della difesa a 4, Vida si è occupato dei compiti di marcatura, tentando sempre di anticipare o almeno di disturbare il primo controllo di Ighalo, mentre Lovren si è preso i compiti di copertura, governando lo spazio circostante.

Un approccio che ha funzionato bene contro la Nigeria, che cercava spesso Ighalo con i lanci lunghi. Non è detto, però, si dimostri altrettanto solido contro l’Argentina che davanti impone di seguire sia Messi che Agüero, e che il pallone lo porta sulla trequarti muovendolo rapidamente.

Oltretutto, pare che Dalic sia propenso a rinunciare a Strinic per spostare Vida sulla sinistra e fare spazio ai 192 centimetri di Corluka al centro. Questo significherebbe rinunciare all’aggressività di Vida nella zona centrale, per comporre una coppia di difesa che non offre nessuna garanzia sul piano della mobilità e dell’accelerazione.

Fonte: Sky

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