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Per l’Egitto è già dentro o fuori

Mappa dei passaggi dell’Egitto contro l’Uruguay. Le tracce preferite (a parte quella “banale” dal difensore centrale Hegazi al mediano Hamed) sono la verticalizzazione dal terzino Shafy al trequartista El Said e l’interazione di quest’ultimo con l’esterno sinistro Trezeguet. La posizione media di El Said è piuttosto centrale proprio per i suoi continui movimenti orizzontali ad associarsi con l’esterno del lato dove si intende effettuare la verticalizzazione.

Il ritorno in campo di Salah dovrebbe presumibilmente modificare questa situazione. La Russia non ha un terzino abile come l’omologo opposto nella fase difensiva e l’Egitto prediligerà, con ogni probabilità, l’attacco sulla fascia destra. Il modo di ricevere di Salah sarà però giocoforza diverso da quello di Warda. La stazza di Warda gli consentiva infatti di duellare con successo sulle verticalizzazioni ad altezza medio-alta, mentre Salah oltre ad avere meno fisicità potrebbe ancora risentire psicologicamente dell’infortunio alla spalla e di conseguenza entrare meno duramente nei contrasti fisici. Piuttosto – non avendo l’Egitto un regista basso in grado di tagliare il campo con verticalizzazioni rasoterra – è presumibile che Salah verrà ad abbassarsi abbastanza vicino al terzino destro e a raccogliere la circolazione perimetrale bassa dell’Egitto, per legare la fase di costruzione con quella di rifinitura.

In questo modo l’Egitto potrebbe contemporaneamente sfruttare la tendenza di El Said ad associarsi con il lato della palla, oltre che le sue doti tecniche, per permettere più spesso alla squadra di risalire il campo grazie a passaggi corti e combinazioni di qualità proprio con Salah, anziché cercare sempre le palle lunghe in fascia. Contro l’Uruguay, nonostante il possesso nettamente sfavorevole (41%), gli egiziani avevano infatti effettuato lo stesso numero di passaggi lunghi rispetto alla Celeste (63), ma in percentuale ovviamente maggiore rispetto ai passaggi totali (14.3% contro 10.1%). Semmai questa volta le palle lunghe potrebbero essere indirizzate più spesso al centravanti Marwan Mohsen, che gioca meglio spalle alla porta che non nell’attacco frontale all’area: questa volta non ci saranno Godin e Gimenez (contro l’Uruguay, l’Egitto ha giocato al centro solo per il 19% del tempo) e in caso di difficoltà gli egiziani potranno respirare più facilmente giocando alto verso il proprio centravanti di quanto non siano riusciti a fare contro la “Celeste”, anche se Mohsen dovrà comunque lottare sui palloni alti con un tipo tosto come Ignashevich.

Chi farà la partita?

Egitto e Russia dispongono dello stesso modulo di gioco, il 4-2-3-1, e soprattutto dello stesso atteggiamento difensivo estremamente prudente, chiudendosi in un ibrido tra 4-4-2 e 4-4-1-1. Quella tra Egitto e Russia, soprattutto in virtù della sua delicata importanza, sarà una partita dove entrambe le squadre punteranno a difendere controllando gli spazi, senza concedere campo alla velocità e alla tecnica dei rispettivi migliori giocatori, Salah e Golovin, in particolare per quanto riguarda il fuoriclasse del Liverpool che è sempre devastante in contropiede. La Nazionale guidata da Cherchesov ha tenuto palla appena per il 39% del tempo perfino contro l’Arabia Saudita: un contesto che nasconde le sue difficoltà a costruire l’azione contro difese schierate, non disponendo di una fase offensiva organizzata, e che esalta la velocità di Golovin e soprattutto di Cheryshev, che debutterà come titolare dopo la doppietta da subentrato contro gli arabi per l’infortunio di Dzagoev.

Rispetto a Golovin, Cheryshev è un giocatore diverso, votato alle transizioni e agli inserimenti grazie alle sue conduzioni in velocità, più adatto ad attaccare lo spazio in verticale. Pur essendo mancino, la fascia sinistra è la sua zona naturale per poter andare in progressione palla al piede anche se il suo primo gol contro l’Arabia Saudita dimostra anche un’ottima qualità a destreggiarsi negli spazi stretti. Golovin, tuttavia, è il vero regista avanzato della squadra: rispetto a Cheryshev è anche più abile a ricevere in un corridoio stretto, andare in dribbling, gestire i ritmi e la rifinitura e rallentare se c’è bisogno.

Fonte: Sky

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