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Omam-Biyik, la favola dell’uomo che sapeva volare

La parabola discendente di Omam-Biyik

Ma il bello del calcio è anche che l’uomo volante, così come si è materializzato, può sparire senza lasciare più traccia. Omam-Biyik chiuderà il Mondiale con quell’unica rete all’attivo, proseguirà la sua onesta carriera in Francia (Rennes, Cannes, OM, Lens) senza grandi picchi prima di migrare in Messico, all’America, nel 1995, per poi transitare, ormai 32enne, anche dalla Serie A nel gennaio 1998, a più di sette anni da quel giorno. Sei presenze, nessuna da titolare (una anche contro l’Inter, di nuovo a San Siro), nella Sampdoria del Boskov-bis, terzo attaccante alle spalle di Montella e Signori. Ovviamente zero gol, a fronte di centinaia di salti nel tentativo di riprodurre quello che l’aveva reso immortale e che non gli riuscirà più. Dopo aver toccato per un attimo le stelle, Omam-Biyik torna sulla Terra, completando la sua parabola. Alla fine aveva ragione Isaac Newton.

Fonte: Sky

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