ROMA – Il telefono di James Pallotta ha squillato presto: “Boston, abbiamo un problema”. L’arresto di Luca Parnasi e di altre 8 persone per l’inchiesta legata alla costruzione del nuovo stadio della Roma ha agitato le prime ore della mattinata del presidente della Roma: il suo socio in carcere e il destino dello stadio – il business centrale dell’intera operazione Roma, per l’imprenditore americano – improvvisamente in bilico. Ha fatto squillare una marea di telefoni, tra Roma e Milano dove si trovavano per le riunioni in Lega i suoi dirigenti, in particolare il dg Mauro Baldissoni, braccio operativo della società sul dossier stadio. Hanno provato a rassicurarlo, almeno per quanto possibile, sul fatto che il progetto andrà avanti. Ma Pallotta sa bene che l’inchiesta rischia quantomeno di fargli perdere tempo, Che nel suo mondo significa soldi: ha già speso 60 milioni e oltre nello stadio, che non può non temere di aver buttato. Da aggiungere ai quasi 200 investiti tra acquisto del club e iniezioni di liquidità. Giusto un anno fa, nel giorno dell’addio al calcio di Totti, avvisò: “Se lo stadio non sarà pronto nel 2020 ci sarà un nuovo proprietario”.
Parole che simili a quelle che concede, interrompendo l’attesa sotto il sole della capitale dei cronisti davanti al suo hotel in via del Babuino. “Qualcuno dice che lo stadio potrebbe fermarsi? Allora mi verrete a trovare a Boston”. Incalzato però poi prova a frenare: “Vendere la Roma? Non l’ho mai detto, dissi che l’avrei fatto se ci fossero stati dei ritardi ma noi non abbiamo fatto nulla di sbagliato. Stamattina ho passato due ore de cavolo, ma risolveremo”.
Di fronte alle notizie continua a dissimulare una certa serenità nonostante il traffico intensissimo del suo telefono: “Non sono preoccupato per le notizie della mattina, non hanno nulla a che fare con la Roma. Non dovrebbero avere alcun effetto sullo stadio. La Roma non ha fatto nulla di sbagliato, vuole costruire il suo stadio, tutti lo vogliono, facciamolo”. È di certo infastidito il patron giallorosso James Pallotta, dopo e . “Se ho sentito Parnasi? Non credo ti diano il telefono in carcere, è stato arrestato. Con la sindaca Raggi? Non ho parlato con nessuno”.
Fonte: Repubblica.it