Astori, secondo nuova perizia non morì nel sonno
Stando ai risultati della nuova perizia Davide Astori non morì nel sonno, non per quella “bradiaritmia” che avrebbe portato il suo cuore a rallentare i battiti fino a fermarsi. Lo tragedia lo scorso 4 marzo, quando il capitano della Fiorentina ha lasciato un vuoto immenso nel mondo del calcio. Ora la prima ipotesi dei medici che avevano eseguito l’autopsia sembra cadere, e stando proprio ai risultati della perizia sulla morte del calciatore dei professori Carlo Moreschi e Gaetano Thiene si tratterebbe di “tachiaritmia”, ovvero di un’accelerazione improvvisa dei battiti, di un cuore che ha iniziato a battere sempre più velocemente fino a fermarsi. Lo riferisce il Corriere della Sera. I due esperti incaricati dal pm Barbara Loffredo hanno così portato all’opposto dell’ipotesi iniziale, un caso, quello della “tachiaritmia”, che sarebbe stato il primo episodio violento di una patologia mai manifestata in precedenza.
Fonte: SkySport