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La storia di Vecino: un Mondiale per il papà Mario

Sacrifici

Mario Vecino era anche lui un calciatore, la cui stella polare in carriera è il Liverpool: non quello rosso e finalista nell’ultima Champions, ma il Liverpool Fútbol Club di Montevideo. Vecino padre morì in un incidente d’auto mentre andava al lavoro, e il club locale del San Jacinto ribattezzò il suo campo di gioco Estadio Municipal Mario Vecino, proprio in suo onore. “Quella notte riunii a famiglia intorno a un tavolo e dissi a tutti che le nostre vite sarebbero andate avanti – dice la mamma Dolly – e che non ci saremmo seduti a piangere o a cercare pietà”. Una verità, per quanto brutale, per continuare a far crescere i figli, tre. Nicolas, il più piccolo e il più colpito dalla perdita del padre, vive ancora a San Jacinto con lei, l’altra figlia invece, più grande di due anni del centrocampista nerazzurro, è invece avvocato. Matias invece no, lui voleva fare il calciatore: “Mario ha passato ore a insegnargli il gioco” – ripete Dolly. Come spesso capita tra padre e figlio, quando uno è l’allenatore dell’altro. La prima squadra di Vecino fu il Central Español: ore di viaggio per raggiungere Montevideo e allenarsi. La nonna Esther gli puliva le scarpe bianche, le uniche che avesse, mente nel frattempo lui non perdeva mai neanche un allenamento, zaino in spalle anche quando fuori diluviava: “Sei sicuro che oggi vi allenerete?” – chiedeva imperterrito lo zio Raul Falero. “Troveremo un modo per giocare” – era la risposta di un piccolo Matias che sognava già in grande.

Fonte: Sky

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