Germania, le regole di Löw per il ritiro Mondiale
Il rispetto prima di tutto: il 2014 insegna
“Qui siamo tutti pezzi di un puzzle. Nessuno può diventare campione del mondo da solo. I nostri giocatori sanno perfettamente quali sono le nostre ambizioni e quali i nostri compiti. Così conoscono bene quali sono le nostre indicazioni sui comportamenti da seguire”. Parole chiare quelle di Joachim Löw, che come punto principale del programma di comportamento imposto ai calciatori della Germania ha posto il rispetto. Principio di solidarietà, in cima agli obiettivi del CT tedesco il non far mai anteporre gli interessi personali dei singoli giocatori rispetto a quelli dell’intera squadra. “In questa squadra ognuno deve essere consapevole del proprio ruolo – ha aggiunto Löw -, è la cosa principale. Nessuno deve anteporre il proprio ego, che deve assolutamente essere placato”. Una simile strategia si è già rivelata vincente per la Germania nell’ultima edizione dei Mondiali, quelli del 2014 in Brasile, terminata con il trionfo in finale contro l’Argentina. All’inizio della spedizione brasiliana l’allora attaccante della Lazio Miroslav Klose aveva come obiettivo personale quello di battere il record di gol nei Mondiali stabilito da Ronaldo, il Fenomeno. Pur iniziando la manifestazione in panchina, Klose non ha mai sollevato alcun tipo di problema all’interno dello spogliatoio, contribuendo così alla serenità del gruppo. Lo stesso ex attaccante della Lazio ha preso poi il posto di Mario Goetze a torneo in corso, riuscendo a stabilire il record di 16 segnature nei Mondiali. E proprio Goetze, che nel frattempo aveva accettato la panchina senza fiatare, è stato il giocatore decisivo per il titolo con la rete ai tempi supplementari nella finale contro l’Argentina. Atteggiamenti da seguire anche in questa edizione della Coppa del Mondo, parola di Joachim Löw.
Fonte: Sky