Anche nei duelli difensivi a volte è troppo tranquillo. Difende guardando il pallone, su cui arriva con le gambe lunghe, ma si stupisce di fronte ad avversari particolarmente tecnici, capaci di nascondergli la palla, con cui dovrebbe utilizzare maggiormente con il corpo. E se lo superano ha difficoltà nei recuperi profondi.
A questo punto però, dobbiamo tornare sul fatto che quella appena passato, di fatto, è stata la sua prima esperienza ad alto livello. La cosa che fa maggiormente sperare di Ndombélé è la sua capacità di adattarsi velocemente alla classe di gioco in cui si trova. Quando due anni fa ha esordito in Ligue 2 non era sicuro di avere il suo posto in squadra (ha giocato anche terzino all’occorrenza) e ci ha messo solo una quindicina di partite a convincere il suo allenatore. Quest’anno in Europa League ha affrontato squadre e avversari come Villareal, CSKA Mosca, Everton, e Atalanta, confrontandosi con un livello di intensità raro, se si escludono alcune partite, nel campionato francese.
Baaroun, il suo primo allenatore, dice che Ndombélé “ha sempre lavorato in condizioni difficili, ha dovuto dimostrare il proprio valore”. Diciamo allora che non ha ancora finito la sua dimostrazione e che tutti i piccoli difetti visibili ora – piccoli in confronto ai pregi, al vantaggio di avere a disposizione un centrocampista dominante fisicamente e con la tecnica per far arrivare il pallone agli attaccanti quasi da ogni zona di campo – magari spariranno con il tempo.
La prossima stagione sarà ancora una volta rivelatoria. In quelle passate a Ndombélé è stato chiesto: Sei un giocatori da Ligue 2? Sei un giocatore da Ligue 1? Riesci a giocare anche in Europa League? La risposta è stata sempre affermativa. Adesso la domanda è diventata: sei un giocatore di primissimo livello? Puoi puntare ai migliori club europei, alla Nazionale? Aspettiamo la risposta con pazienza e curiosità.
Amadou Haidara, 20 anni, Red Bull Salisburgo
Dell’Europa League appena conclusa ricorderemo sicuramente la grande cavalcata del RB Salisburgo, capace di eliminare, l’una dopo l’altra, squadre sicuramente più quotate, fino alla prima semifinale della sua storia. Ad un passo dall’ultimo atto del torneo, un gol di Rolando ha eliminato la squadra di Rose, che era stata in grado di portare la sfida ai supplementari. A sbloccare la gara di ritorno era stato Amadou Haidara, partito da una zona di campo che sembrava innocua, per prodursi in una serpentina tra i difensori del Marsiglia che è riassume perfettamente il suo mix di qualità, tra equilibrio, forza fisica e consapevolezza tecnica.
20 anni, il maliano è cresciuto calcisticamente nel suo Paese, formandosi alla Jean-Marc Guillou Bamako Academy, che ha lasciato nell’estate del 2016 per entrare nella galassia Red Bull, esattamente come aveva fatto il compagno di club e di Nazionale Diadi Samassékou. Nella sua prima stagione in Austria è stato aggregato al Liefering, con cui ha disputato il campionato di seconda divisione, ma contemporaneamente ha preso parte alla vittoriosa campagna di Uefa Youth League del Salisburgo Under-19, segnando due gol nella gara di primo turno e giocando tutte le partite ad eliminazione diretta fino alla conquista del trofeo. Già nella passata stagione era riuscito a mettersi in mostra, tanto che, nella gara dei quarti contro l’Atlético Madrid, in cui fu probabilmente il migliore in campo, erano ben 20 gli scout dei maggiori club internazionali ad osservarlo.
Da maggio dello scorso anno è aggregato stabilmente alla prima squadra ma è con l’approdo in panchina di Rose, ex tecnico dell’Under-19, che è diventato titolare. Superata la concorrenza di Yabo, Haidara si è imposto come mezzala destra titolare nel 4-3-1-2 del Salisburgo e ha disputato, preliminari compresi, tutte e 16 le partite di Europa League, segnando, oltre al fantastico gol contro il Marsiglia, anche quello che ha inaugurato i quattro minuti in cui gli austriaci hanno rimontato la Lazio.
In questa stagione ha disputato 53 gare, segnando 8 gol e servendo 7 assist ai compagni, ma soprattutto ha dato l’impressione di accrescere la propria consapevolezza calcistica partita dopo partita. Il sistema di gioco del Salisburgo richiede un’applicazione rigorosa ed un’intensità incessante, sia mentale che fisica, che probabilmente ha sollecitato le capacità di apprendimento del maliano che, se già era dotato di resistenza, controllo del corpo e forza fisica, è migliorato a vista d’occhio, soprattutto a livello di movimenti, di coordinazione con i compagni e di posizione in campo. Infatti, ad inizio stagione non era sempre puntuale nei ripiegamenti difensivi e ciò aumentava le responsabilità di Samassékou, ma ha lavorato su questo aspetto fino a diventare un vero e proprio martello.
Se le sue capacità difensive si esaltavano nel pressing, o comunque lontano dalla porta, ora il suo apporto in fase difensiva è più completo e la crescente consapevolezza nei suoi mezzi fisici fanno sì che si esalti nei recuperi, come se ad ogni pallone recuperato la sua energia e convinzione si moltiplicasse. Per fare due esempi, all’Olimpico contro la Lazio ha vinto 8 contrasti su 8, mentre nell’eliminazione contro il Marsiglia ha avuto successo in 8 tackle su 10 e ha intercettato il pallone altre 3 volte. In tutta l’Europa League ha tenuto una media da 4,2 contrasti vinti (69% di successo) e 1,7 palloni intercettati.
La dimensione offensiva del gioco di Haidara è altrettanto esaltante. Ha un intuito e un tempismo che gli consentono una scelta di tempo invidiabile sia quando compie un movimento in profondità, sia esso per intervenire in area in prima persona o liberare spazio per un compagno, sia quando sceglie di percorrere una linea di passaggio poco prima che si chiuda definitivamente. Haidara gioca semplice nella propria metà-campo, ma più si avvicina alla porta avversaria più i suoi passaggi diventano taglienti e persino brillanti per le decisioni che prende. Inoltre si trova decisamente a suo agio negli spazi di mezzo e ha imparato a sfruttarne i benefici strategici (vedi gol alla Lazio).
Possiede anche un certo spessore tecnico e un controllo di palla che spesso gli permette di mettere fuori gioco il proprio marcatore con il primo tocco, ma anche di girarsi o di cambiare direzione velocemente. Nonostante sia spesso paragonato a Naby Keita, non aggredisce ancora gli avversari diretti per aprirsi spazi con il dribbling (in EL 1,7 dribbling riusciti per 90), ma ci sono le premesse per poter lavorare su questo aspetto, soprattutto considerando che, giocando da mezzala in un rombo, riceve frequentemente il pallone largo e deve tornare verso il centro in diagonale piuttosto che aprirsi la strada verticalmente.
A 20 anni Haidara è già una mezzala molto completa, adatta ad inserirsi in sistemi di gioco verticali e dinamici e a difendere in avanti. Un profilo raro, ma sempre più richiesto a livello internazionale: non stupisce dunque che oltre al Lipsia, che deve sostituire proprio Keita, la lista delle squadre interessate al suo acquisto sia decisamente lunga. Vedremo come e dove proseguirà la sua carriera, anche perché, osservandone lo sviluppo fin qui, sembra trattarsi di un giocatore malleabile che potrebbe avere successo anche in squadre che giocano un altro tipo di calcio
Stefan Lainer, 25 anni, Red Bull Salisburgo
Stefan Lainer ha 25 anni, pochi capelli e la sua sezione Wikipedia dedicata alle caratteristiche tecniche riporta una sola frase: “gioca come terzino destro”. Lainer gioca terzino destro nel Red Bull Salisburgo e lo fa piuttosto bene. Certo non ha quella complessità tecnica che oggi le grandi squadre cercano nei terzini, ma Lainer interpreta il ruolo con una sobrietà e un’efficacia tutta mitteleuropea. Del resto fino a tre anni fa Lainer giocava nel Riede, in seconda divisione, dove è impossibile non imparare l’umiltà. Persino in una Nazionale non certo gonfia di talento come quella austriaca, Lainer ha trovato il suo esordio solo nel 2017 e la qualità dei tributi video che gli vengono dedicati su internet rispecchia il proprio status attuale.
Con la sua postura un po’ ingobbita, Lainer sembra volersi liberare del pallone appena vi entra in possesso. Gioca a pochissimi tocchi, dribbla poco (1 ogni 90’) e limita le sue conduzioni all’indispensabile. Preferisce correre senza palla, sovrapponendosi in profondità dal lato della mezzala Haidara, confortato nel suo gioco semplice da un sistema che sembra girare da solo, e che gli dà la possibilità di giocare come se corresse su un binario immaginario.
Lainer attacca la fascia sempre con i tempi giusti, con una velocità esplosiva davvero di alto livello (la sua caratteristica migliore), che lo fa sembrare una specie di comodino lanciato nello spazio. Sul fondo, poi, raramente mette palle sciatta nel mezzo: dai suoi piedi sono arrivati 5 assist in questa Europa League.
Fonte: SkySport