Calcio femminile, il sogno del Brescia: “Avevamo una sola giocatrice, ora sfidiamo il colosso Juve”
La Juventus è la regina del mercato, lotta per lo scudetto e ha una disponibilità economica superiore rispetto alle concorrenti. Il calcio femminile sembra una riproduzione poco fantasiosa di quello ‘più gettonato’ degli uomini. Dietro un’apparente e noiosa similitudine, si nascondono però una rivoluzione sistemica in pieno corso e una squadra, il Brescia, che tiene testa alle rivali dopo una stagione ricca di colpi di scena. Al timone della società lombarda c’è Giuseppe Cesari, presidente capace di mixare l’esperienza acquisita in 33 anni di lavoro e strategie gestionali innovative per questo sport. Tra queste la sponsorizzazione di un sito d’incontri che, in caso di vittoria, ha promesso sconti ai propri clienti.
Sabato le bianconere e le rondinelle, in testa alla Serie A con 57 punti, giocheranno l’ultima giornata contro due squadre, il Tavagnacco e il Verona, che al campionato non hanno più nulla da chiedere. In caso di arrivo a pari punti non conteranno né gli scontri diretti né la differenza reti: lo scudetto si deciderà con un faccia a faccia in campo neutro. “In questa stagione abbiamo battuto la Juve due volte su tre, al ritorno in campionato e nei quarti di Coppa Italia – spiega Cesari – quindi daremo tutto per il titolo che abbiamo buttato la scorsa stagione. In molti sono stupiti di vederci lassù, a luglio la mia rosa era composta da una sola giocatrice…”.
Già, è proprio così. A dare il via alla pazza stagione del Brescia è l”irruzione’, nel calcio femminile, della Juventus. Dopo la spinta della Figc per convincere i club della A maschile a creare squadre femminili come accade nel resto d’Europa, la Lega Dilettanti (che organizza il torneo) ha permesso alle squadre professionistiche, per invogliarle, di acquistare il titolo sportivo di altre società. Così i bianconeri hanno rilevato il Cuneo trasformandolo in Juventus. Un’operazione simile l’ha fatta il Sassuolo con la Reggiana. “Per il nostro movimento si tratta di novità positive, ma si è trattato di un ingresso poco regolamentato che non ha tutelato società come la mia. La Juve mi ha portato via 8 giocatrici, il Sassuolo 4 – racconta Cesari – in estate il mio direttore sportivo ha proposto addirittura di rinunciare ai preliminari di Champions League perché non arrivavamo a undici”.
Per competere ad alti livelli in Italia e in Europa l’imprenditore bresciano, che con i tre fratelli guida la Ostilio Mobili, ha cercato sostegni alternativi senza mai rinunciare ai valori dello sport e alla parità di genere. “L’anno scorso mi hanno ‘massacrato’ perché il nostro sponsor era un’agenzia di scommesse. Perché sugli uomini si possono giocare dei soldi e sulle donne no? Quest’anno invece – racconta Cesari – mi son venuti a fare la morale per l’accordo con un sito d’incontri. Non gliel’ho permesso per due motivi: si tratta di dinamiche, gli incontri online, diventate usuali e a cui anche le donne hanno diritto di accedere senza vergogna. E poi dietro non c’è niente di pornografico o osceno: abbiamo sette squadre giovanili composte da calciatrici minorenni e il nostro sponsor non lede in alcun modo la loro sensibilità”.
Per quanto riguarda i rivali per il titolo, si racconta che il presidente bianconero Andrea Agnelli e l’ad Beppe Marotta non si siano persi una partita casalinga della squadra costruita da Stefano Braghin e allenata da Rita Guarino, ex ct della Nazionale U17. Un messaggio chiaro: la Juventus vuole dominare anche nel calcio femminile. “Rancore verso le ragazze passate in bianconero? Sarebbe da stupidi – chiarisce il patron del Brescia – si allenano a Vinovo, prendono stipendi per noi proibitivi, quando giocano in trasferta partono comodamente il giorno prima e vanno ad allenarsi senza neanche dover preparare il borsone. Non so per quanto potremo riuscire a competere, per questo voglio vincere lo scudetto quest’anno”.
Ai giorni cruciali, che decideranno il campionato, il Brescia si presenta con il fiato un po’ corto per il poco turnover che può operare mister Gianpietro Piovani e con il rischio che la troppa pressione tiri brutti scherzi a calciatrici giovani e poco abituate a lottare per qualcosa d’importante. Ma Cesari, dopo l’imbarazzo per la rosa azzerata e il polverone sulle sponsorizzazioni che hanno abbattuto molti tabù, ha scelto il prossimo tema per cui sogna che il Brescia femminile sia chiacchierato in tutta Italia: lo scudetto. Prima, però, le sue ragazze dovranno mettere a tacere la Vecchia Signora.
Fonte: Repubblica.it